"Crescita sostenibile", "solo tasse e ideologia" | In Regione il dibattito sul Defr - Tuttoggi.info

“Crescita sostenibile”, “solo tasse e ideologia” | In Regione il dibattito sul Defr

Redazione

“Crescita sostenibile”, “solo tasse e ideologia” | In Regione il dibattito sul Defr

Gio, 11/12/2025 - 16:55

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A Palazzo Cesaroni l’esame del Defr (Documento di economia e finanza della Regione Umbria).

La Regione con il Defr stabilisce i contenuti della politica socio-economica e delinea gli interventi di finanza regionale.

Il Defr 2026-28

Il Defr 2026-2028, il primo di questa legislatura, è composto da quattro sezioni. La prima
analizza il contesto socio-economico, con “il termometro dell’economia umbra: lettura tendenziale dei dati più recenti’, uno strumento di controllo con 76 indicatori per individuare con tempestività i trend
positivi e negativi e reindirizzare le scelte di policy. La seconda sezione esamina gli strumenti di programmazione europea e nazionale: la politica di coesione, la politica agricola per lo sviluppo rurale,
il Pnrr. La terza delinea le politiche regionali definendo, per ogni area tematica, gli obiettivi strategici e le attività prioritarie per il 2026. La quarta sezione è dedicata alla situazione finanziaria regionale e alla manovra di bilancio, tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica alla luce delle manovre finanziarie del governo centrale.

Nel Defr le politiche regionali sono classificate in cinque aree tematiche secondo le missioni e i programmi del bilancio: area istituzionale, area economica, area culturale, area territoriale e
area salute e sociale. Per ogni area tematica sono individuati gli obiettivi strategici, le attività prioritarie per il 2026, gli indicatori fisici e finanziari che a posteriori permetteranno di valutare il risultato raggiunto.

Filipponi per la maggioranza

“Il Defr traccia in modo chiaro il percorso di rinnovamento che questa maggioranza ha scelto di intraprendere per il futuro dell’Umbria” la premessa del relatore di maggioranza, Francesco Filipponi (Pd). Aggiungendo: “Con il Defr, in un contesto complesso, l’Umbria sceglie non la prudenza passiva, ma una programmazione coraggiosa, orientata alla crescita, al benessere, all’innovazione e alla sostenibilità”.

Per Filipponi il Defr fotografa con grande trasparenza i punti di forza e le criticità del nostro territorio: cresce l’occupazione, cresce la partecipazione al mercato del lavoro, cala in modo significativo il numero dei giovani Neet e i flussi turistici registrano nuovi massimi storici come detto.

Il documento, però, non nasconde le difficoltà: un rallentamento del Pil nel 2023; una dinamica demografica che continua a segnare una contrazione e un forte invecchiamento della popolazione; una produttività più bassa rispetto alle regioni più competitive; una dinamica imprenditoriale che richiede un nuovo slancio, soprattutto nei settori tradizionali.

Il termometro dell’economia umbra mostra che su 76 indicatori: 41 sono positivi, soprattutto il mercato del lavoro e il turismo; 22 sono stabili, soprattutto la demografia; e 13 sono negativi, concentrati su
export, imprese e aggregati economici territoriali.

Il Defr – ha evidenziato Filipponi – individua quattro assi fondamentali per la crescita dell’Umbria. La
sostenibilità ambientale, economica e sociale, non come un principio astratto, ma una strategia che attraversa tutte le missioni: dal rilancio delle politiche energetiche alla rigenerazione urbana, fino
al grande tema della sanità e del welfare. L’innovazione e competitività del sistema produttivo, mettendo al centro l’uso intelligente delle risorse europee, nazionali e del Pnrr, e una visione orientata alla transizione digitale e alla valorizzazione del capitale umano.

“L’Umbria – ha detto – deve crescere in produttività, attrarre investimenti, trattenere e riportare competenze qualificate. La centralità delle persone e il ridisegno del welfare, per cui di fronte a un quadro demografico in rapido cambiamento, la Regione assume l’impegno di costruire un welfare moderno, universale, sostenibile”.

Riguardo agli importanti flussi turistici, la maggioranza evidenzia la necessità di consolidare e qualificare questa crescita.

La Regione Umbria – è stato sottolineato da Filipponi – ha mantenuto solidità finanziaria anche nel 2025 e guardando al triennio 2026-2028, emergono alcune sfide cruciali: la salvaguardia degli equilibri di bilancio; il contenimento delle previsioni di spesa corrente rispetto al bilancio assestato 2025; la razionalizzazione dei costi delle agenzie e organismi regionali; l’aumento delle spese per investimenti diretti e indiretti; il finanziamento di azioni e interventi per favorire gli investimenti del sistema delle imprese umbre; l’accelerazione delle spese del ciclo di programmazione 2021-2027; la pianificazione
finanziaria efficiente; il consolidamento del finanziamento con risorse regionali del sistema del trasporto pubblico locale.

Agabiti per la minoranza

Per la minoranza ha relazionato Paola Agabiti (FdI), che ha parlato di un Defr “caratterizzato da una nuova vecchia novità: si individuano nuove risorse mediante nuove tasse”.

“Un documento – ha proseguito – che non ha una visione strategica per la crescita della Regione, non una visione strategica per la coesione sociale della Regione. Un Defr statico, senza innovazione, senza respiro, un documento tecnico che si concentra soprattutto sulla descrizione dell’oggi. Un Defr che ripropone
azioni e programmi che provengono da scelte avviate nella passata consiliatura, che programma poco o nulla, dove le poche novità che si rintracciano nel documento sono le stesse che hanno portato l’Umbria
tra le regioni in transizione”.

Agabiti ha sottolineato come contrariamente al governo nazionale, quello regionale aumenti la pressione fiscale, disincentivi l’attrazione di nuove imprese e lo sviluppo di nuova imprenditorialità, mortifichi le speranze di una occupazione di qualità. “Un documento – ha proseguito – che continua ad usare le tasse come unico strumento di governo per la Regione, generando un clima di incertezza e sfiducia, che incide negativamente sull’atteggiamento delle famiglie che riducono i consumi e su quello delle imprese, che
rinviano gli investimenti. Con effetti devastanti per l’Umbria come certifica lo stesso Defr: nel 2024 l’Umbria cresceva oltre la media del Centro e quella nazionale, mentre nel 2025 la crescita prevista si
è già dimezzata tornando sotto entrambe le medie. Inoltre nel 2025 le esportazioni regionali segnalano un segno negativo mentre quelle nazionali aumentano”.

“Sui fondi europei, principale leva di sviluppo per l’Umbria – ha proseguito Agabiti – ci saremmo attesi una ulteriore spinta di questa spesa. Invece il Defr ci consegna un inatteso ed inspiegabile immobilismo della nuova Giunta: ad oggi sono stati solo 6 i bandi pubblicati, di cui 5 derivano da atti predisposti nella precedente legislatura per complessivi 20 milioni”.

Segnali che preoccupano il centrodestra. Che rileva come poi per certi aspetti questo Defr sia invece in continuità con molte politiche e azioni avviate dalla precedente amministrazione. Come il
progetto da 15 milioni per il rilancio del Polo Chimico di Terni inserito nell’Accordo per la Coesione 2024, oggi in fase di attuazione, che nel Defr 2026-2028 diventa un modello pilota per la politica regionale di rigenerazione industriale.

Bene anche la centralità di alcuni bandi avviati nel corso del 2024 destinati a essere riproposti.

Anche in tema di turismo le politiche introdotte nella precedente legislatura trovano tutte conferma nel nuovo Defr: dal turismo lento, esperienziale e sostenibile fino alla valorizzazione del brand Umbria come marca ombrello che si concretizza attraverso la declinazione in altri settori.

Sulla stessa linea, la volontà di continuare a perseguire il miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva e dei servizi quali elementi fondamentali per destagionalizzare e incrementare la permanenza.

Anche in materia di istruzione – viene evidenziato – nel documento si dà atto degli importanti risultati raggiunti nel 2024. Nulla, invece – ha sottolineato Agabiti – per quanto riguarda l’edilizia scolastica: né nuove risorse, né un accenno di programmazione, né un progetto e neanche un’idea. Come nulla è previsto quanto a nuovi investimenti sulle residenze universitarie. E ancora nulla sulle politiche abitative e la rigenerazione urbana.

“Francamente, a fronte degli annunci fatti – le conclusioni di Agabiti – ci saremmo aspettati un documento ben diverso. Ci saremmo aspettati una visione – magari non condivisibile – una strategia, un impegno
concreto. Invece, ancora una volta, nulla. Addirittura il social housing è solo il titolo di un paragrafo di fatto vuoto: nessuna programmazione, nessun piano, nessuna risorsa. Insomma, un documento
inconsistente e imbarazzante. Questo Defr descrive più di quanto programmi, analizza più di quanto orienti, contiene più passato che futuro e non riesce a fornire una visione strategica. Un documento
che quando si pone in discontinuità con il passato nella migliore delle ipotesi propone parole, nella peggiore tasse. Nessuna soluzione e tanta ideologia. L’Umbria ha bisogno di programmazione, di
coraggio, di scelte e non di lasciare temi cruciali sospesi, immersi nell’ambiguità e nell’utopia. Ha bisogno di rilancio e non di politiche recessive. Ha bisogno soprattutto di visioni e capacità all’altezza della nostra gente per dare prospettive, futuro e sviluppo all’Umbria”.

Il voto finale

Al termine del dibattito, l’Assemblea legislativa ha approvato con 13 voti favorevoli (Pd, M5S, AVS, Ud-Pp) e 8 contrari (FI, FdI, Lega, Tp-Uc), la proposta di risoluzione che accompagna il Documento di economia e finanza della Regione Umbria (Defr) 2026-2028 proposta dai consiglieri di maggioranza. Respinta quella proposta dalla minoranza.

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