Zona rossa verso la proroga, chiesti ristori nazionali | E l'invio di 50 mila dosi in più di vacciino
Di fronte all’emergenza Covid che l’Umbria sta affrontando, la governatrice Tesei ha reiterato al Governo Draghi quanto già chiesto nei giorni scorsi e ribadito anche direttamente al ministro Speranza nella sua visita a Perugia. L’Umbria chiede di essere inserita immediatamente nella sperimentazione delle cure con anticorpi monoclonali contro il Coronavirus.
Una richiesta che era stata già avanzata alle autorità nazionali subito dopo l’autorizzazione del protocollo da parte dell’Aifa.
Anticorpi monoclonali, la cura naturale
che neutralizza il Covid
Le altre richieste reiterate al Governo Draghi in virtù della particolare situazione che sta vivendo l’Umbria, alle prese con la circolazione di due varianti (quella inglese, che sta imperversando in gran parte d’Italia, e quella brasiliana) riguardano l’invio di ulteriori 50 mila dosi di vaccini rispetto alla dotazione iniziale e l’inserimento delle zone rosse umbre in un provvedimento specifico per i ristori, oltre a quelli regionali.
Zone rosse, verso la proroga
Tesei in aula ha ribadito che l’ordinanza con cui è stata prevista la zona rossa in molti comuni umbri (e che la Regione è pronta a prorogare, insieme a zone arancioni rafforzate in altri territori) è stata frutto di un provvedimento “doloroso” ma condiviso con il Ministero e gli scienziati. E necessario, per cercare di arginare il dilagare così veloce del virus, a causa delle varianti, che l’Umbria in questa fase “per prima ha dovuto affrontare“.
La governatrice si è però detta consapevole di come sia però difficile arginare la diffusione del virus, con queste nuove varianti, nel resto d’Italia. “Ho ricevuto telefonate di altri presidenti – ha detto – che mi chiedono come abbiamo fatto“. Ricordando che tutti i governatori stanno compiendo uno “sforzo immane” contro il virus.
Per le opposizioni, tuttavia, la diffusione del virus in Umbria non è frutto del caso, ma di scelte sbagliate, soprattutto nel tracciamento, ad un certo punto saltato. “Le varianti non possono essere un alibi” ha detto il capogruppo dem Tommaso Bori.