Covid, tamponi gratis a tutti gli umbri in base al reddito. Questa la richiesta dei consiglieri regionali del Partito democratico, Fabio Paparelli e Tommaso Bori. In un’interrogazione i due esponenti dem chiedono “come mai non siano state previste tariffe differenziate per scaglioni di reddito, prevedendo la gratuità di quelli più bassi e se non si ritenga utile e necessario prevedere tamponi gratuiti per tutti i cittadini che lo richiedono, dovendosi recare all’estero o essendo rientrati in Italia per motivi di lavoro”.
I consiglieri Bori e Paparelli ricordano la nota del direttore Dario in materia di prenotazione delle prestazioni diagnostiche Covid, dove si prevede che “il medico segnali la necessità di esame in caso di sospetto Covid, con il Servizio di Igiene e Sanità pubblica che dispone l’esecuzione del test molecolare gratuito. Nel caso di soggetto asintomatico per un interesse soggettivo, come ad esempio per accedere a paesi stranieri, Università, per effettuare sport o per sicurezza personale, la prestazione risulta a pagamento e deve essere richiesta dal soggetto interessato al medico il quale effettuerà la richiesta su ricetta bianca con oneri a totale carico del cittadino“.
I costi a carico del cittadino sono stati stabiliti dalla Regione in euro 76,90 per il test molecolare e in euro 9,70 per il test sierologico. “Quello che la stessa Regione aveva acquistato lo scorso marzo, senza gara alcuna – evidenziano Bori e Paparelli – all’incredibile prezzo di 16 euro + iva”.
“Solamente per limitate categorie a rischio – proseguono Bori e Paparelli – viene prevista la possibilità di fare il tampone e/o il test con impegnativa e pagamento del ticket se previsto. Considerando però che è quanto mai fondamentale intercettare nuovi casi infetti, soprattutto nella popolazione asintomatica, per minimizzare la probabilità che possano trasmettere contagio, è stato un errore non aver previsto tariffe diverse in base ai redditi dei cittadini, facendo sì che le categorie più deboli difficilmente potranno accedere alle prestazioni creando ingiuste disparità tra gli umbri”.