Nonostante le rassicurazioni della ministra Azzolina, alla Regione Umbria, confrontando i dati sull’andamento della curva dei contagi Covid a marzo e in questa seconda ondata, non hanno dubbi: gli studenti diventano il principale veicolo di diffusione del virus tra le famiglie. Non i luoghi di lavoro, non i supermercati e i negozi in genere, non i ristoranti. Il vero detonatore del contagio sono le scuole. Luoghi al loro interno sicuri al pari di altri uffici e luoghi di lavoro. Il problema, però, è arrivare a scuola e tornare a casa. Con i mezzi di trasporto che, necessariamente, si affollano, come mostrano tante immagini scattate in questi giorni anche in Umbria alle fermate degli autobus.
Coronavirus, in Umbria 263 nuovi contagi in 24 ore:
l’andamento per comune
L’assessore regionale Luca Coletto mette nel mirino gli spostamenti degli studenti e la cosiddetta movida. E se nel caso della seconda in parte è intervenuto il Governo con il nuovo Dpcm, sulle scuole l’esecutivo l’ha spuntata finora sulle Regioni che proponevano una stretta.
Il veneto Coletto è sulla stessa linea di Zaia e di molti altri governatori, anche di centrosinistra: “Sulle scuole – afferma – si doveva intervenire molto prima. Ad esempio spacchettando mattina e pomeriggio. Così i trasporti diventavano sufficientemente protetti. Il problema c’è – prosegue – ed è alle superiori”. Proponendo, ad esempio, la didattica a distanza per gli studenti dell’ultimo biennio. E le lezioni in videoconferenza per le Università.
Qualora non ci siano novità in tal senso da parte del Governo centrale, la Regione Umbria sembra intenzionata ad intervenire con propri provvedimenti. “E’ obbligatorio intervenire senza stare a pensarci due volte – dice Coletto -. Non possiamo lasciare che la curva si impenni ancora di più”.
Coletto e il direttore Dario mostrano i numeri della situazione nelle scuole umbre. Dopo neanche un mese dall’inizio dell’anno scolastico (c’è stata anche la pausa per il referendum) già 52 scuole sono state interessate da casi di positività al Covid, in gran parte di studenti asintomatici. Cher però, tornando a casa – questo stanno ricostruendo le indagini epidemiologiche della Asl – stanno contagiando i propri familiari. Con le persone anziane che spesso finiscono in ospedale: 6 ogni 100 positivi in Umbria. Cento, compresi gli asintomatici. Una percentuale che, in prospettiva, fa paura.
In tutto, sono state 52 le classi che hanno terminato la quarantena, con 1.288 persone tra studenti e prof. Tredici i comuni interessati: due scuole ad Assisi (56 isolati), 4 a Bastia (95), 2 a Città di Castello (57), 5 a Foligno (145), 1 a Gualdo Cattaneo (33), 1 a Gualdo Tadino (26), 1 a Gubbio (27), 1 a Narni (5), 1 a Orvieto (19), 28 a Perugia (677), 2 a Spoleto (44), 3 a Terni (78), 1 a Todi.
Ancora più lungo l’elenco delle classi attualmente in quarantena. Sono attualmente in 2.770 ora in isolamento, che frequentano 113 classi in 59 scuole umbre.
Un lungo elenco, quello mostrato dalla Regione, aggiornato alla mezzanotte di martedì 13 ottobre. Che si è già allungato consistentemente dopo i numerosi casi positivi, anche nelle scuole, riscontrati nelle ultime 24 ore.