In fila dalle 5.30 per il tampone di Santo Stefano. Per essere tra i primi quando alle 8 iniziano i prelievi alla postazione drive through. Succede anche questo nella Perugia alle prese con l’andata di contagi Covid. Con i positivi che, solo nel capoluogo, sono oltre 1.500, dopo gli ulteriori 266 casi comunicati il giorno di Natale.
In fila per il tampone la mattina di Santo Stefano, accompagnati ovviamente dai loro genitori, ci sono anche i bambini della scuola media Leonardo da Vinci, in isolamento fiduciario dopo che, prima di Natale, un docente era risultato positivo al Covid.
Per loro – circa 140 ragazzini – i tamponi erano stati fissati dalla Asl tra il 26 e il 27 dicembre.
Con le nuove regole, in base alla circolare che le Asl hanno inviato la vigilia di Natale ai dirigenti scolastici sulla base delle nuove disposizioni dei genitori, alla ripresa della scuola non si farà più il tampone, ma in caso di compresenza per almeno 4 ore con un positivo in classe si va direttamente in isolamento per 14 giorni.
Per tutti, inoltre, scatta l’isolamento anche in caso di positività ad un tampone antigenico della farmacia, senza necessità di avere la conferma di un molecolare dalla Asl.
Questo perché il tracciamento è ormai saltato in Umbria, con oltre 7.400 casi positivi ed oltre mille nuove infezioni riscontrate ogni giorno (la mattina di Natale ne sono state comunicate 1117 su circa 4500 molecolari processati e 10 mila antigenici). Restano tuttavia ancora ridotti i ricoveri ospedalieri: sono77 i pazienti Covid negli ospedali umbri, di cui 8 in terapia intensiva). Solo prendendo come riferimento Perugia, ora i ricoverati sono 11; un anno fa erano circa 150.
Meno ricoveri, dunque. E questa è la buona notizia. Effetto, dicono gli esperti, di tre fattori: il fatto che i contagi riguardino bambini e giovani; la protezione del vaccino verso la malattia; la possibilità che la variante Omicron sia più contagiosa, ma meno pericolosa per gli effetti della salute.