“Città di Castello, con 66 positivi al Covid-19 (72 secondo la dashboard dell’Usl, ndr), è il l’ultimo Comune nella classifica regionale con la percentuale di casi in rapporto alla popolazione più bassa dell’Umbria, pari all’1,4%, e siamo quindi in un contesto per ora assolutamente sotto controllo, con nessun ricoverato tifernate e tutti i contagiati in isolamento domiciliare”.
Queste le parole odierne del sindaco Luciano Bacchetta, che dà il merito di questo ‘primato’ alla “grande serietà e senso civico dei tifernati, che invito comunque a continuare a rispettare tutte le norme”, prendendo atto di come “nel resto dell’Umbria ci sia una situazione assolutamente drammatica, visto che siamo tra le primissime regioni in Italia per numero di contagi e ricoverati”.
Città di Castello si fa carico dei problemi di tutta la regione: nel reparto Covid dell’ospedale ospitiamo 29 persone, alcune provenienti da città che non hanno voluto reparti Covid, e abbiamo aperto un reparto di terapia intensiva Covid con 7 posti dalla sera alla mattina, dimostrando la grande efficienza della propria struttura sanitaria
“Il senso di responsabilità che esprimiamo è un grande segnale all’Umbria, che ci aspettiamo venga raccolto – aggiunge con enfasi il primo cittadino – Ci vengano risparmiate le sceneggiate di ospedali che non ospitano alcun malato Covid e sono sulle barricate. E’ intollerabile che in Umbria ci siano città ospedali sotto stress o città con ospedali che non hanno alcun ricoverato Covid, pur avendo molti casi di positività. E’ venuto il momento di fare solidarietà, ma anche un’operazione di verità”.
A supporto delle valutazioni espresse il sindaco ha riportato le percentuali regionali di contagio, citando tra le altre Assisi con il 7,5%, Bastia con il 10,4%, Passignano al 13,3%, Perugia al 7,4%, Spoleto al 3,2% e Gubbio con il 4,4%.
Rivolgendo un appello ai tifernati a “usare senso di responsabilità ed evitare assembramenti ai cimiteri” durante le festività dei morti, Bacchetta ha manifestato profondo dissenso per le chiusure alle ore 18 di ristoranti, bar e pubblici esercizi, ritenendolo “un provvedimento sbagliato, ingiusto, punitivo che non serve a nulla, oltre che Kafkiano, perché vorrebbe sostenere che il Covid c’è dopo un certo orario e prima no”.
Esprimere la massima solidarietà a questi operatori economici, il sindaco ha sottolineato come “siamo di fronte ad un provvedimento sostanzialmente inutile, che mette gravemente in difficoltà una categoria importante e non risolve il problema, perché, fin quando non ci sarà il vaccino, il Covid va combattuto convivendoci. Ristoratori, baristi e gestori di pubblici esercizi tifernati, a parte un’unica eccezione, hanno assolutamente applicato le regole, con grandissimo senso di responsabilità, e non si possono penalizzare così. Non trasformiamo questa situazione in una ridicola commedia”.