Un anno fa ha curato Mattia Maestri, destinato ad essere ricordato come il “Paziente 1” del Covid. Anche se, come si scoprirà poi, il Coronavirus circolava in Italia già da tempo.
Ora il dottor Mirko Belliato, direttore Anestesia e Rianimazione del Policlinico “San Matteo” di Pavia, viene in soccorso degli umbri, alle prese con la terza ondata del Covid, caratterizzata nel Perugino dalla doppia presenza della variante inglese e di quella brasiliana. La sua esperienza, conseguita nei mesi in cui il Policlinico di Pavia era in prima linea nella battaglia al Covid, potrà servire anche a verificare l’efficacia delle cure sui pazienti contagiati dalla varianti.
Belliato, insieme ad altri 6 anestesisti rianimatori, ad uno pneumologo e a 11 infermieri, fa parte dell’equipe inviato in Umbria dalla Regione Lombardia.
Personale che da lunedì prenderà servizio negli ospedali di Perugia e di Spoleto. Dove resterà per due, tre settimane. Sperando che nel frattempo si riesca a contenere la curva dei nuovi ricoveri di pazienti Covid.
Il loro arrivo (favorito da Guido Bertolaso, consulente di Lombardia e Umbria per l’emergenza Covid) consentirà anche l’attivazione dell’ospedale da campo civile, allestito ormai da fine dicembre ma ancora senza pazienti per la carenza di personale.
Intanto, davanti al Santa Maria della Misericordia si lavora all’installazione dei container che ospiteranno i nuovi posti di terapia intensiva finanziati dal Governo.
La situazione all’ospedale di Perugia resta molto precaria. Attualmente sono 146 i pazienti Covid, di cui 24 in terapia intensiva. Nel vicino ospedale militare da campo ci sono altri 18 pazienti, con sintomatologia più lieve.
Soltanto tra i residenti a Perugia (dove nell’ultimo giorno si contano altre 6 vittime) i pazienti Covid ospedalizzati sono 141.