Il Covid-19 non sembra cedere il passo, e nemmeno il malcontento di alcuni cittadini che si definiscono “abbandonati” sul fronte delle cure.
Venerdì 21 gennaio, infatti, circa sessanta ternani si sono recati sotto la sede dell’Ordine dei Medici di Terni, animati da spirito di contestazione. A promuovere la protesta pacifica coloro che, per un motivo o per l’altro, “non si sentono più rappresentati dai rispettivi medici di medicina generale”.
I manifestanti, che non si ritengono affatto no vax, intendevano rivolgere domande ai rappresentanti dell’Ordine dei Medici, sulla base di documenti governativi che dichiarerebbero “il contrario delle linee guida assegnate, dall’Ordine stesso, ai medici di medicina generale”. Ad acuire la contrarietà dei protestanti, stando a quanto riportato, la recente sentenza del Consiglio di Stato, secondo cui “il protocollo del Ministero della Salute prevede ‘raccomandazioni’, e non ‘prescrizioni’, per i medici di medicina generale; indica, cioè, comportamenti che rappresenterebbero le migliori pratiche”.
Nella lente del presidio, oltre alla Tachipirina e alla “vigile attesa” per curare il Covid-19 alla comparsa dei primi sintomi, i vaccini. A tal proposito, la portavoce del gruppo, Paola Persichetti, ha riportato una comunicazione del presidente della Federazione nazionale dell’Ordine dei Medici, Filippo Anelli, rivolta al Presidente del Consiglio e al Ministro Speranza. Nel testo di un anno fa si leggerebbe: “Il decreto Sostegni approvato nella riunione del 18 marzo prevede la somministrazione, in via sperimentale, dei vaccini”; “smettetela di dirci che non è un farmaco sperimentale – ha insistito allora Paola Persichetti – quando noi veniamo nei vostri ambulatori”.
“I medici sanno solamente dire che questo vaccino è il siero benedetto che salverà l’umanità”, ha affermato con verve caustica Paola Persichetti. “Voi ci avete detto che questo siero benedetto salverà il mondo da una futura moria, da presunti virus trasmissibili; il medico, invece, è tenuto a garantire alla persona assistita un’informazione comprensibile, esaustiva, sulla prevenzione, sulla terapia, sui rischi e sulle complicanze”.
Altra nota dolente il famoso consenso informato. “L’articolo 1, comma 4, della Legge 219 del 217 – ha annunciato Persichetti – stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato e perseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata”. “Ebbene, il consenso qui è disinformato, e obbligatorio, perché se non lo firmi non lavori”.
Al termine della mattinata, poi, sotto il controllo delle Forze dell’Ordine, Paola Persichetti è entrata negli uffici dell’Ordine dei Medici a consegnare una lista di quesiti.