Una celebrazione dedicata ai malati ed a chi è in difficoltà: l'arcidiocesi ha ieri festeggiato il Corpus Domini, festa che testimonia la presenza del Signore in mezzo al popolo e motiva il servizio dei cristiani ai malati, ai poveri e a chi è in difficoltà. Nel pomeriggio, in duomo, si è tenuta la messa stazionale presieduta dall'arcivescovo Fontana e animata dalla Cappella Musicale del Duomo.
Durante la celebrazione il presule ha conferito ad un gruppo di fedeli il ministero straordinario dell'eucaristia, il lettorato e l'accolitato. Ai primi il presule ha detto di essere “la carezza della Chiesa verso i malati e gli anziani delle nostre comunità”. I lettori avranno d'ora in poi un coinvolgimento diretto con la Parola di Dio. Tra i nuovi accolti c'è anche Mirco Boschi, seminarista in cammino verso il sacerdozio: ad essi è affidato il servizio all'altare. Nella sua omelia l'arcivescovo ha indicato la strada che i cristiani devono percorrere per far presente la carità all'interno della città: stare accanto ai malati, ai poveri, a chi nasce, a chi muore. “Si fa, ha affermato, con l'impegno educativo, con le opere segno della carità. Questa nostra Chiesa ha una vocazione speciale alla carità. Sta a noi aprire il cuore ai bisogni dell'uomo, sta a noi mettere sempre al centro Gesù”. E la carità della Chiesa spoletina viene da lontano: da quel Bartolomeo Accoramboni, vescovo dal 1236 al 1271, che realizzò a Spoleto il primo ospedale europeo per l'infanzia (l'ospedale della Stella); fu sempre Accoramboni che tracciò il modello di parrocchia del nostro territorio: accanto alla chiesa-edificio vi sia sempre la schola, per capire quanto ascoltato in chiesa, l'hospitale, per accogliere chi è in difficoltà. Poi, negli anni, la carità è passata attraverso la Madre Fasce a Cascia, il beato Pietro Bonilli nella piana spoletina.
Al termine della celebrazione si è snodata la processione dal duomo verso la chiesa di Loreto, attigua all'ospedale. Portare il Santissimo Sacramento nelle strade della città dell'uomo è frutto della teologia umbra, risalente a quando Papa Urbano IV, da Bolsena, in diocesi di Orvieto, con Bolla “Transiturus de hoc mundo” istituì la Festa del Corpus Domini. Ai cristiani fu chiesto di portare la presenza del Signore fuori dal luogo di culto, dentro la città dell'uomo. Durante il tragitto mons. Fontana ha benedetto, con Gesù Sacramento tra le mani, le suore della Sacra Famiglia di Casa Madre, i bambini della scuola materna di S. Domenico, i diversamente abili, gli anziani dell'Istituto Nazareno. Con il Santissimo Sacramento il presule si è recato dalle suore anziane di Casa S. Giuseppe in piazza XX Settembre, dagli anziani di Casa Marini, dalle persone ricoverate all'Hospice, dai bambini nati nel reparto di ostetricia del nosocomio. La festa del Corpus Domini si è conclusa nella chiesa di Loreto, con una veglia animata dai movimenti, dai religiosi e dai giovani della città.