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Coronavirus, l’Umbria resta arancione ma con un terzo dei comuni in zona rossa

L’Umbria resta in zona arancione, ma quasi un terzo dei suoi comuni saranno in zona rossa. L’annuncio è stato fatto dalla governatrice Donatella Tesei, in una conferenza stampa con il collegamento del direttore Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza.

Quindi nei comuni a più alta incidenza dei contagi (Perugia, Foligno, in alcuni del Trasimeno e altri centri del Perugino, come Bastia Umbra) ci saranno ulteriori restrizioni, oltre a quelli già previsti nelle ordinanza dei sindaci. Le restrizioni, appunto, da zona rossa, secondo il Dpcm. Con divieti alla circolazione delle persone (si potrà uscire di casa sono per andare al lavoro, per motivi di salute o stato di necessità) e limiti alle aperture delle attività commerciali.

L’ordinanza della Regione

I provvedimenti saranno presi con una ordinanza regionale (che dovrebbe entrare in vigore da lunedì) con l’individuazione puntuale dei comuni che andranno in zona rossa. Non tutti, dunque, gli attuali 31 che hanno contagi settimanali superiori ai 200 casi ogni 100 mila abitanti.

L’ordinanza regionale si aggiungerà alle ordinanze comunali già emanate. E avrà vigore per due settimane, salvo la necessità di proroghe.

La governatrice Tesei è in collegamento da giovedì sera con il ministro Speranza.

Le varianti inglese e brasiliana

Ufficializzata la presenza di entrambe le varianti del Covid, quella brasiliana e quella inglese. Cosa che giustificherebbe la velocità di propagazione del virus nella zona del Perugino.

Il professor Rezza ha lodato il lavoro fatto per l’individuazione rapida delle varianti.

Sui 42 campioni inviati all’Istituto superiore di sanità in 18 è stata trovata la variante inglese, in 12 quella brasiliana. Con 3 mutazioni. In altri campioni il risultato deve essere ripetuto.

La variante brasiliana è stata individuata in cluster ospedalieri (con un caso emerso dal testing). Il professor Rezza ha spiegato che al momento presenta problemi di minore efficacia della risposta vaccinale.

La variante inglese è stata individuata nella zona del Perugino, Bastia Umbra e del Trasimeno. Con focolai anche tra i bambini. I casi sequenziati provengono dal testing.


Covid, il monitoraggio Iss:
in Umbria Rt peggiore d’Italia


Le scuole

La presidente Tesei ha anche ribadito che il provvedimento di chiusura delle scuole, “pur se doloroso“, era necessario, vista la particolare incidenza riscontrata nella fascia d’età molto giovane.

Le ordinanze comunali di chiusura delle scuole restano in vigore. Nelle città di zona rossa non è prevista la chiusura delle scuole elementari e della prima media, ma si valuterà caso per caso la proroga, scadute le ordinanze dei sindaci. Con gli esperti che indicano comunque la chiusura, visti i casi riscontrati tra i bambini.

Il direttore della Sanità umbra, Claudio Dario, ha ribadito la necessità del provvedimento sulle scuole, in ragione dell’aumento dei casi di contagio tra i bambini (soprattutto nella fascia di età 6-10) e i ragazzi (11-13).


Varianti del virus in molti
campioni inviati da Perugia


Allertate le città e le province limitrofe

Occorre fare ogni sforzo per bloccare la circolazione delle varianti” ha detto il professor Rezza. Che ha ringraziato l’Umbria con la velocità con la quale è riuscita ad individuare la presenza di varianti. A protezione “dell’Umbria e del resto d’Italia“. “Purtroppo – ha aggiunto Rezza – gli ulteriori provvedimenti restrittivi si rendono necessari per evitarne altri più pesanti“.

Intanto sono state allertate le altre grandi città limitrofe a quelle delle zone rosse e i territori della provincia di Terni (che resta in zona arancione) e di quelle confinanti in Toscana (Siena e Arezzo).


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Controlli in altri comuni

Dario ha annunciato anche che saranno effettuati sequenziamenti sui campioni positivi al Covid di altre zone dell’Umbria, per verificare l’ulteriore presenza di varianti.

I cluster all’ospedale di Perugia

Situazione particolarmente critica all’ospedale di Perugia, dove sono stati scoperti focolai legati proprio alle varianti del Coronavirus.

In un vertice con l’Azienda ospedaliera effettuato questa mattina sono state individuate ulteriori misure per limitare gli accessi. Gli interventi procrastinabili saranno rinviati di una, due settimane.


Così la variante brasiliana è entrata
all’ospedale di Perugia
Individuati almeno 3 portatori asintomatici