Dieci giorni per vaccinare fino a 16.308 umbri, il 90% di coloro indicati dalla Regione come priorità nella prima fase, perché operatori sanitari, ospiti delle Rsa e ultra 80enni.
Coronavirus, l’aggiornamento
sui casi in Umbria
Il commissario umbro al Covid, Antonio Onnis, illustra le declinazioni in Umbria del Piano di vaccinazione europeo ed italiano. Un piano che, con il via libera al vaccino Pfizer Biontoch atteso per il 21 dicembre dall’Ema e conseguentemente dall’Aifa, dovrebbe avviarsi operativamente prima del 10 gennaio inizialmente indicato. Con una giornata simbolica, il Vaccino-Day europeo, che dovrebbe tenersi tra Natale e Capodanno.
I numeri e il Piano per l’Umbria
Secondo il Piano nazionale e le categorie prioritarie da vaccinare indicate dal Ministero della Sanità, l’Umbria ha comunicato la popolazione a cui sarà subito offerta la vaccinazione. Sulla base di questi dati il Ministero ha stilato l’elenco delle dosi da inviare a ciascuna regione, così da poter coprire fino al 90% dei numeri comunicati. Una percentuale che difficilmente sarà raggiunta, dato che la vaccinazione avverrà su base volontaria. “Consideriamo quindi adeguate le prime forniture per l’Umbria” dice Onnis.
Con un personale stimato per la somministrazione che in Umbria dovrà essere di 40 medici e infermieri, 8 tra oss e personale amministrativo. Con l’obiettivo di terminare questa prima vaccinazione entro 10 giorni dall’avvio.
La seconda dose del vaccino Pfizer, il cosiddetto “richiamo”, dovrà essere somministrata tra il 19° e il 23° dopo la prima.
Le seconde dosi del vaccino
L’Umbria, spiega Onnis, attende entro metà gennaio l’invio di altre 24 mila dosi di vaccino. Con le quali si effettuerà il richiamo sui primi vaccinati e si inizierà la somministrazione sulla seconda fascia di priorità, rappresentata da ultra 60enni, persone con gravi patologie, insegnanti e personale scolastico ad altra priorità.
Gli altri vaccini
A metà gennaio è atteso il via libera dell’Ema anche per il vaccino di Astra Zeneca. E poi per gli altri vaccini che, a differenza di quello Pfizer – BIontech, non richiedono una catena dell’ultrafreddo per il trasporto e la conservazione (a -75-80°), ma possono essere conservati a temperature tra 2 e 8°.
“Presumibilmente da febbraio inizieranno ad arrivare anche le forniture dei vaccini di altre ditte” informa Onnis.
La vaccinazione delle altre fasce
Quindi, a mano a mano che arriveranno le nuove forniture di vaccino, si procederà alla somministrazione per le altre fasce di priorità. Iniziando dal rimanente personale scolastico, dai lavoratori dei servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità, persone con altre malattie di media entità, indipendentemente dall’età.
Infine sarà vaccinato il resto della popolazione che ne farà richiesta.
Immunità di gregge
“Un’operazione complessa, che durerà un anno, un anno e mezzo” avverte Onnis. Che spiega come l’immunità di gregge, con effetti sul fronte dell’attenuazione della circolazione del virus e quindi del graduale ritorno alla normalità, “non si avrà prima di diversi mesi“. Per questo Onnis invita la popolazione alla prudenza: l’obiettivo è cercare di evitare la terza ondata del Coronavirus, potenzialmente attesa per i primi mesi del 2021.
Il numero dei vaccini al giorno
Tempi lunghi che non sono legati alle operazioni di somministrazione, quanto all’approvvigionamento dalle case farmaceutiche produttrici di vaccini destinati a tutto il mondo.
In base alle simulazioni fatte con il piano vaccini dell’Umbria, una postazione composta da un medico, due infermieri, un oss e un operatore amministrativo può somministrare 12 vaccini l’ora, 72 al giorno e 360 in 5 giorni lavorativi.
Un numero che con quattro postazioni formate da un medici, 8 infermieri, un oss e 4 amministrativi sale a 1.440 vaccinazioni effettuate.
Dove ci si vaccina
La bozza iniziale del Piano Arcuri prevedeva che ogni punto di vaccinazione fosse in grado di effettuare 2 mila prestazioni. Organizzazione che però sarà rivista, concedendo più autonomia alle Regioni rispetto alle esigenze territoriali.
In Umbria si ipotizza nella prima fase di effettuare le vaccinazioni negli ospedali, nei Distretti sanitari e presso le Rsa.
I vaccini Pfizer saranno trasportati dall’Esercito e stoccati nelle celle frigorifere predisposte negli ospedali di Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno.
Poi si conta di installare dei punti di vaccinazione in modo capillare sul territorio, circa 16/20. “Almeno uno per Distretto sanitario” assicura Onnis.
Insomma, non dovrebbe essersi la necessità di veder spuntare tanti gazebo con il fiore, a cui il Governo si vuole affidare per sensibilizzare alla campagna di vaccinazione contro il Covid.