Coprifuoco alle 22 per il Covid, anche le prostitute anticipano il “lavoro”. Da quando è scattato in tutta Italia il divieto di circolazione dalle 22 alle 5, in base all’ultimo Dpcm del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alcune prostitute che esercitano a Perugia hanno deciso di scendere in strada in cerca di clienti già nel tardo pomeriggio, non appena si fa buio. Noncuranti evidentemente, per se stesse e per i clienti, dei rischi di contrarre il Covid o di essere loro ad infettare altre persone.
Le prostitute in strada in anticipo
Pantaloncini cortissimi e aderenti sopra le calze per proteggersi dal freddo, stivaloni rossi al ginocchio, due prostitute già intorno alle 18 erano in attesa di clienti nelle loro consuete postazioni, lungo la strada Corcianese. Una all’ingresso di un distributore e l’altra alla rotatoria per Santa Sabina.
Ma anche in altre zone del sesso a pagamento di Perugia si trovano ancora prostitute in strada, pure in orario pomeridiano visto il coprifuoco.
Con il Covid meno “affari”, ma si “lavora” comunque
Poche le auto che ieri sera si sono fermate anche solo per contrattare, in verità. Sempre troppe, comunque, rispetto al grande rischio che si corre. Ma se le prostitute continuano a scendere in strada anche in tempo di pandemia Covid, evidentemente c’è “richiesta”. Per non parlare di quante continuano ad esercitare all’interno degli appartamenti, come si può facilmente riscontrare dagli annunci che compaiono sul web.
I rischi per i clienti irriducibili
Quanto ai clienti, evidentemente il richiamo del sesso è più forte del rischio di contrarre il Covid e della multa da ordinanza comunale (o di incriminazione per atti osceni in luogo pubblico, qualora il rapporto venga consumato in auto). A cui si aggiunge l’eventuale multa per aver violato il coprifuoco, se non si torna a casa prima delle 22. A meno che il rapporto mercenario non venga autocertificato come esigenza tale da giustificare lo stato di necessità.