Le organizzazioni sindacali e le centrali cooperative – Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria , Fpl Uil Umbria, Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà Umbria, Agci Solidarietà – chiedono alla presidente Tesei di fare quanto necessario per assicurare che le Asl rispettino senza ulteriori ritardi quanto concordato.
“Abbiamo sottoscritto un accordo con la Regione – affermano i rappresentanti sindacali e delle cooperative – in base al quale in applicazione dell’Art. 48 del decreto Cura Italia, e della DGR 232 della Regione Umbria, i servizi di welfare sospesi a causa del COVID-19 sarebbero stati rimodulati dalle cooperative sociali e integralmente pagati dalle ASL. Questo accordo ad oggi non è applicato dalle ASL della nostra regione, che stanno disattendendo una legge dello Stato e si rifiutano di applicare gli accordi sottoscritti dalla Regione Umbria”.
Una situazione inaccettabile, per sindacati e centrali cooperative, che sta creando un oggettivo danno agli educatori e operatori sociali che si prendono cura di anziani, minori e disabili e si trovano ora senza lavoro e senza salario. “Una situazione che – aggiungono i rappresentanti di lavoratori e cooperative – sta anche danneggiando i cittadini della nostra regione che hanno il diritto di fruire nell’emergenza di servizi di welfare essenziali che non possono essere sospesi, ma che devono essere ripensati e riorganizzati. Servizi per i quali le Asl hanno già le risorse in bilancio”.
Insomma, per sindacati e cooperative è “inaccettabile” che di fronte ad un quadro normativo chiaro ed a un altrettanto chiaro impegno politico assunto dalla Regione Umbria le ASL stiano “discriminando i lavoratori delle cooperative sociali e i fruitori dei servizi di welfare”.
“Il 29 aprile scorso – concludono Fp Cgil Umbria, Fisascat Cisl Umbria, Fpl Uil Umbria, Legacoopsociali Umbria, Federsolidarietà Umbria, Agci Solidarietà – abbiamo segnalato con una lettera questa situazione alla Presidente Tesei, alla quale chiediamo un interevento immediato per garantire l’applicazione dell’accordo per i mesi di marzo ed aprile e per permettere la riorganizzazione dei servizi. È una questione vitale per migliaia di cittadini e lavoratori”. In caso di mancate risposte, sindacati e cooperative si dicono pronti ad “aprire vertenze e mobilitazioni in difesa dei diritti e della dignità dei lavoratori e dei cittadini”.