Francesco Napoletti
Con l’organizzazione degli Eventi Valentiniani si è avuto modo di ragionare sul valore e sulle potenzialità che il giorno del Santo Patrono possono avere per Terni. Ragionamento questo che si rende utile e necessario allo stesso tempo, a causa della partecipazione che quest’anno non ha corrisposto pienamente alle aspettative.
C’è dunque la possibilità di rendere San Valentino una risorsa importante per la città? Per rispondere a questa domanda è stato celebrato ieri (22 febbraio ndr.) un convegno presso il Museo Diocesano, coordinato da Gianluigi Basilietti della redazione di Terni del Giornale dell'Umbria. A spiegare l’evento Stravalentino e tutte le ipotesi per potenziare in futuro tale occasione sono stati chiamati il sindaco Di Girolamo, il pres. Della Provincia Polli, l'amministratore dell'Azienda di promozione turistica umbra Stefano Cimicchi e il presidente della Camera di Commercio Enrico Cipiccia.
Da Provincia e Comune è unanime la denuncia delle attuali carenze economiche degli enti locali che non hanno permesso un investimento all’altezza degli anni passati.
“Dobbiamo aprire una fase nuova, con la partecipazione di tutte le parti sociali, dal Comune, al mondo religioso, ai privati interessati – ha proposto il sindaco – e chiudere la fase dei singoli eventi, che non sono più sosteniibili”.
Tuttavia il parere generale è che la formula stessa non abbia funzionato: “la partecipazione c’è stata, ma non sono state garantite entrate importanti. – è il commento del presidente Polli – Bisogna sfruttare le grandi potenzialità che ci sono e far funzionare il tutto. E’ utile puntare anche sul turismo religioso, o sugli eventi che hanno avuto più successo, come Cioccolentino, la cui portata è stata ridimensionata purtroppo dal maltempo”. Riproporre gli elementi vincenti può dunque essere una delle risposte. Il presidente ha poi ricordato l’importanza dell’ingente contributo economico della Camera di Commercio. E’ infatti Enrico Cipiccia a sottolineare come più che i soldi servano le idèe per “un evento non fine a se stesso e che si basi su un lavoro collettivo, senza protagonismi”, anche perché “la Camera finanzia le iniziative quando queste hanno una buona capacità di fare economia”.
Non è distante la ricetta dell’ex sindaco di Orvieto Cimicchi, oggi amministratore dell’Apt umbra, il quale fa delle proposte precise per rilanciare la città e il giorno di San Valentino: “la festa deve uscire dai confini e avere una portata regionale e dovrebbe avere una durata di un mese”. Cimicchi ha poi portato alcuni esempi virtuosi avutisi in Umbria, come il Festival del Giornalismo a Perugia e l’Orvieto Food Festival.
Partendo dalle numerose proposte di miglioramento dell’efficienza e della collaborazione, il sindaco ha quindi assicurato un cambiamento in tale direzione per gli anni a venire, ed è possibile che ci saranno accordi con la stessa Regione al fine di realizzare tale progetto.
La risposta delle istituzioni, quindi, è sì: San Valentino può essere una risorsa importante per la città. Infondo non ha senso che tutto il mondo festeggi la “festa degli innamorati” più di chi quella festa ce l’ha nella tradizione.