Spoleto

Controllo del vicinato, a Castel Ritaldi si torna all’opera

Giovedì scorso il gruppo dei coordinatori del Controllo di Vicinato di Castel Ritaldi si è riunito per gettare le basi di un ritorno all’opera del progetto, che in recente passato aveva portato alla riduzione del 90% dei reati nel territorio.

La partecipazione dei cittadini alle pratiche di “Sicurezza” – sostiene il coordinatore del controllo di vicinato Fabio Marchionni – non sempre entusiasma le istituzioni che passano dall’ignorare completamente i sodalizi esistenti, dimenticando protocolli di intesa firmati in Prefettura, al rassicurare sul supporto senza renderlo concreto o mettendo paletti ingiustificabili. Il venir meno delle aspettative di supporto da parte delle Istituzioni (prefetture, sindaci o forze dell’ordine) scoraggia le aggregazioni dei cittadini e di conseguenza impedisce la diminuzione dei reati in alcuni territori e la conseguente auspicata coesione sociale tra gli abitanti, danneggiando lo stesso concetto di sicurezza partecipata.

Come si può partecipare se si smorza ogni entusiasmo? La società cambia continuamente e, per questo, cambiano anche i comportamenti delle persone, passando da stimolanti iniziative di compartecipazione a ritiro sociale e paura del prossimo. Il controllo di vicinato limita questi comportamenti e regola la paura, puntando sul “mal comune mezzo gaudio” e sul mutuo soccorso.

Rifacendoci alle parole del nostro presidente (associazione INWA) Francesco Caccetta, lette sul suo ultimo articolo (www.convincere.eu) , possiamo dire che in questo momento storico dovremmo smetterla di guardare con timore ai numeri delle statistiche dei reati, tornando, invece, al concetto di resilienza e comunità. Siamo sempre stati convinti che il supporto delle Istituzioni sia importante per la completa realizzazione del progetto, ma non indispensabile (se non veramente creduto e partecipato). Il controllo di vicinato o meglio la “comunità di vicinato” può ritrovare il giusto input per ricominciare a pensare a una comunità coesa e impenetrabile adottando gli sperimentati metodi di self protection che sono stati insegnati dalle associazioni.

La coesione sociale, l’eliminazione delle proprie vulnerabilità ambientali e comportamentali e il corretto supporto alle forze dell’ordine con segnalazioni qualificate, fa dei cittadini uno scudo contro i delinquenti incursori dei nostri territori. Tutto questo, con il chiaro e inderogabile concetto che la persecuzione dei malviventi rimanga di esclusiva competenza delle forze dell’ordine e di nessun altro. Adesso ci aspettiamo un ritorno al futuro del progetto con la partecipazione massiccia degli abitanti di Castel Ritaldi”.