Alla fine di una giornata intensa e a tratti surreale, le luci di Palazzo Cesaroni non si sono spente. Dentro, infatti, ci sono i consiglieri regionali di opposizione che, dandosi il cambio, stanno occupando la sede dell’Assemblea legislativa.
L’epilogo di una giornata caratterizzata da accesi scontri verbali, accuse reciproche, valutazioni sul passato e anticipazioni sul futuro, annunci a sorpresa. Anche attimi di paura quando, mentre i consiglieri di opposizione improvvisavano una conferenza stampa davanti al portone di Palazzo Cesari, una persona cadeva a terra urtata dall’auto guidata da un anziano.
Sintesi della relazione ai giornalisti
Una decisione presa dopo il rifiuto della Giunta di consegnare loro la relazione dell’advisor privato incaricato di vagliare i conti delle due Aziende ospedaliere e delle due Asl. “Non è questa la sede” ha detto la governatrice Stefania Proietti. Spiegando poi ai giornalisti che, una volta “validato” dalla Direzione regionale che ha scelto l’advisor privato, come da incarico della Giunta del 26 febbraio, “lo consegnerà a tutti i consiglieri”.
Anche se al momento è disponibile un primo studio, di 150 pagine, in attesa della relazione definitiva, ha chiarito la presidente in Aula. Che ha però invitato i consiglieri di opposizione a presentarsi alla conferenza stampa, convocata per mercoledì mattina alle 11.30, in cui quanto in possesso della Regione sarà dato ai giornalisti perché l’opinione pubblica ne sia informata.
“Non vogliamo le slides, ma la relazione ufficiale firmata dall’advisor” le condizioni del centrodestra per sgomberare Palazzo Cesaroni.
Lo scontro sui numeri
Il contenuto di questa prima stesura della relazione è però stato ampiamente riassunto in questi giorni, dentro e fuori le sedi istituzionali, dalla Giunta e dalla maggioranza che lo sostiene: deficit di 243 milioni, che togliendo i 153 milioni della compensazione della gestione sanitaria accentrata, porta il disavanzo a 90 milioni.
Numeri che l’opposizione contesta, alla luce dei bilanci della sanità certificati da Agenas e parificati dalla Corte dei conti sino al 2023 (ultimo pieno esercizio dell’amministrazione Tesei) e soprattutto in assenza della famosa relazione prodotta dall’advisor di cui non è stato ancora ufficialmente svelato il nome (Kpmg).
Il “caso” aumento tasse portato in Aula
Nella seduta con all’ordine del giorno numerose interrogazioni in materia di sanità (tra cui quella, molto attesa, sulle liste d’attesa), il centrodestra ha portato in Aula, com’era prevedibile, la vicenda dell’aumento di Irpef (immediato) e di Irap e bollo auto (dal 2026), secondo la delibera 260 con cui la Giunta ha preadottato la pesante manovra venerdì scorso. Una manovra che ha avuto lunedì un primo via libera in Prima Commissione, con il solo voto della maggioranza, dato che i consiglieri di opposizione avevano abbandonato la seduta in assenza della “famosa” relazione. Proposta di manovra che su richiesta della consigliera Pace a nome dell’opposizione, ed accolta, è approdata in Commissione in seduta redigente (quindi modificabile) e non referente, come inizialmente previsto.
La stessa presidente Proietti ha ribadito che, attraverso il contributo delle parti sociali (dopo i sindacati lunedì, mercoledì si incontreranno le associazioni di categoria e professionali) e il confronto politico, la manovra potrà essere adeguata. Anche se poi, come trapelato nei corridoi tumultuosi come non mai di Palazzo Cesari, è emerso che i margini per eventuali modifiche siano in realtà molto ristretti.
La data del 15 aprile e l’iter per il commissariamento
Approvare la manovra entro il 15 aprile (tempo entro il quale la Finanziaria concede agli Enti le modifiche ordinarie delle aliquote) è l’obiettivo dichiarato dalla maggioranza. “Per evitare un commissariamento certo che porterebbe all’innalzamento al massimo di tutte le aliquote automaticamente” ha più volte ribadito Proietti.
Scenario anche in questo caso contestato dall’opposizione. Che ricorda come l’interlocuzione tra il Governo e le Regioni sui conti della sanità (quello che poi quantificherà con certezza gli ammanchi) sarà avviato solo all’inizio di aprile. Consentendo una trattativa con il Mef durante la quale, anche qualora la governatrice fosse indicata come commissario ad acta, non si determinerebbe l’aumento automatico delle aliquote, soluzione che scatterebbe solo al termine dell’iter di un commissariamento vero e proprio. Certo, una volta ricevuta la diffida ministeriale, la Regione sarebbe costretta ad assumere misure o di aumento delle entrate o di riduzione della spesa.
Extragettito, non solo sanità
Uno scontro totale su cifre, strategie e responsabilità. Da quando venerdì 21 marzo, con un comunicato stampa, la Giunta ha informato l’opinione pubblica dell’aumento delle tariffe fiscali proposte. Per ripianare il “buco” della sanità – altro termine che il centrodestra contesta, ricordando come i deficit strutturali siano stati sempre ripianati con fondi straordinari, propri o con quelli comunitari a disposizione. Ma anche, come è indicato nella delibera 260/2025, per “recuperare risorse indispensabili” per assicurare un sistema sanitario pubblico efficiente, sostegno al trasporto pubblico locale, diritto allo studio e servizi agli studenti, potenziamento servizi sociali ed educativi e di contrasto alla povertà, sviluppo economico e politiche attive del lavoro, cofinanziamento integrale dei programmi comunitari.
Insomma, risorse aggiuntive strutturali per le politiche che la Giunta Proietti intende attuare.














