Negli ultimi mesi, le conseguenze della crisi climatica globale si sono manifestate sotto forma di siccità; la scarsità di precipitazioni piovose e nevose che ha interessato l’Italia durante i mesi invernali ha prodotto un abbassamento del livello di riempimento dei bacini lacustri e un considerevole ritiro dei corsi d’acqua. Il fenomeno ha ripercussioni molto pesanti sia all’agricoltura sia sulle attività industriali, per le quali l’acqua rappresenta una risorsa produttiva fondamentale.
Ad aggravare la situazione contribuiscono le carenze strutturali della rete idrica e gli sprechi di acqua in ambito domestico. Questi due fattori sono responsabili della dispersione di milioni di metri cubi di acqua ogni anno, un fattore di criticità che si aggiunge a quelli derivanti dalla crisi climatica.
Nel report pubblicato a marzo dello scorso anno, l’ISTAT ha rilevato come “nel 2020 sono andati dispersi 0,9 miliardi di metri cubi, pari al 36,2% dell’acqua immessa in rete (37,3% nel 2018), con una perdita giornaliera per km di rete pari a 41 metri cubi (44 nel 2018)”. Le città capoluogo in cui la dispersione di risorse idriche è più marcata sono Palermo e Cagliari, seguite da Napoli e Bari. In percentuale, le situazioni peggiori da questo punto di vista si registrano a Siracusa (67,6%), Belluno (68,1%), Latina (70,1%) e Chieti (71,7%). Di contro, le città capoluogo con il miglior rendimento infrastrutturale sono Macerata (9,8%), Pavia (11,8%), Como (12,2%), Biella (12,8%), Milano (13,5%), Livorno (13,5%) e Pordenone (14,3%).
L’indagine ISTAT evidenzia anche come nel periodo preso in esame (2019-2021) sia in aumento l’estrazione di acque minerali naturali nel nostro paese; a contribuire a questa tendenza sono sia le grandi regioni del Nord (in testa Lombardia e Veneto) sia quelle del Sud (Sicilia su tutte). In generale, l’IE (Indicatore di Estrazione) è notevolmente più alto al Nord (127 metri cubi/km quadrato) rispetto al Sud, mentre le isole fanno registrare il riscontro più basso (22 metri cubi/ km quadrato).
Come già accennato, non sono soltanto le carenze strutturali della rete distributiva a determinare lo spreco delle risorse idriche. Gli italiani, infatti, tendono a consumare un’enorme quantità d’acqua su base giornaliera e, complici cattive abitudini e altri fattori, arrivano a sprecarne quasi la metà.
È quanto emerge da un’analisi condotta dalla SIMA (Società Italiana di Medicina Ambientale), secondo la quale, in media, ogni italiano consuma circa 245 litri di acqua al giorno. Il presidente della SIMA Alessandro Miani, interpellato dall’AGI, ha spiegato che “un rubinetto che perde determina uno spreco di 4mila litri l’anno” mentre “con una doccia consumiamo 50 litri d’acqua; preferendo la vasca, se ne utilizzano il triplo”.
Gli sprechi domestici possono essere facilmente eliminati adottando una serie di accorgimenti e buone abitudini. In particolare, nelle case equipaggiati con impianti antiquati, è possibile ottimizzare l’erogazione installando rubinetti e sanitari a basso flusso, così da ridurre il volume di acqua utilizzata. Equipaggiamenti di questo tipo sono disponibili presso e-commerce specializzati come Exagonshop.it, grazie ai quali reperire agevolmente sanitari bagno e dispositivi di rubinetteria funzionali alla riduzione dei consumi.
Altri consigli utili arrivano direttamente dalla SIMA che suggerisce, in particolare, di: