Richiudono le scuole materne e gli asili nido in tutti i Comuni “zona rossa” dell’Umbria, almeno fino al 21 febbraio. Lo ha deciso il Consiglio di Stato nel primo pomeriggio di lunedì 15 febbraio dopo che il Tar aveva invece decretato la loro riapertura annullando una parte dell’ordinanza regionale 14 del 6 febbraio scorso.
“Va accolta l’istanza cautelare, con il conseguente ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi, impugnata in primo grado dalla signora -OMISSIS-“. Questa la decisione del Consiglio di Stato pronunciatosi sull’opposizione avanzata dalla Regione Umbria.
Molti i Comuni che ieri avevano preso tempo, programmando le riaperture per domani (come Amelia) o per mercoledì o – motivati dai numerosi contagi anche tra i più piccoli (come nel Perugino o a Foligno). Ma c’era anche chi aveva deciso la riapertura subito da oggi. Come Gubbio, Gualdo Tadino, Costacciaro, Sigillo, Pietralunga, Scheggia e Pascelupo. Comuni che da domani dovranno tornare a chiudere scuole d’infanzia ed asili nido, come deciso oggi dal Consiglio di Stato.
Il decreto cautelare emesso lunedì dal Consiglio di Stato (qui il provvedimento) ha dunque accolto l’istanza della Regione Umbria ribaltando il pronunciamento del Tar in seguito al ricorso presentato dal comitato “A scuola”.
Varie le motivazioni alla base della decisione, sia sull’ammissibilità o meno del ricorso d’urgenza al Tar che sulla possibilità della Regione di decidere misure più restrittive di quelle nazionali pensate dai Dpcm.
Si legge infatti nella decisione firmata dal presidente della Sezione Terza del Consiglio di Stato, il giudice Franco Frattini: “il decreto presidenziale impugnato indica, quale motivazione del pregiudizio grave ed irreparabile nei confronti della ricorrente -OMISSIS-, che quest’ultima subirebbe dalla interruzione dei servizi educativi della scuola d’infanzia, la circostanza che anche in zona rossa le scuole per l’infanzia debbano restare aperte, nonché le ripercussioni sul proprio rapporto di lavoro, nulla emergendo invece nel decreto circa il pregiudizio del minore che venga deprivato del servizio socio educativo per la prima infanzia“.
A questo proposito viene ricordato come per ovviare al problema lavorativo, la Regione Umbria abbia approvato un apposito bonus baby sitter, che fanno sì che il problema per le famiglie venga così “largamente mitigato se non del tutto eliminato“.
Il Consiglio di Stato considera ovviamente anche il profilo “decisivo e assorbente” della salute pubblica. Ricordando che:
“Tutto ciò considerato, – è la decisione del Consiglio di Stato – va accolta l’istanza cautelare, con il conseguente ripristino, fino al 21 febbraio 2021, della efficacia dell’ordinanza di chiusura temporanea anche degli istituti per l’infanzia e nidi, impugnata in primo grado dalla signora -OMISSIS-“. Da qui dunque viene accolta l’istanza cautelare. Sospendendo la sospensiva del Tar.
(ultimo aggiornamento ore 16.37)