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Consiglio comunale | Parla l’Università per la città smart

Alessia Chiriatti

Consiglio comunale | Parla l’Università per la città smart

I rettori Paciullo e Moriconi raccolgono la sfida | Dipartimenti e cultura a servizio della collettività
Mar, 07/06/2016 - 08:28

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Due mondi che devono necessariamente incontrarsi, se si vuole progettare una nuova città intelligente, sostenibile e in una parola smart. Comune di Perugia e Università hanno così partecipato, ognuno con i propri partecipanti, al Consiglio comunale aperto di oggi sul tema: “Ambiente/Smart Community: l’Università comunica progetti e ricerche al Comune di Perugia”.

Perché “fare politica in modo tradizionale – hanno detto in apertura il presidente del consiglio, Leonardo Varasano, e il vice sindaco Urbano Barelli – vuole dire stare ripiegati su se stessi; al contrario le città devono essere intelligenti e si deve, quindi, lavorare per creare territori sostenibili puntando sull’economia circolare”.

L’Università, in tutto questo, si trasforma nel luogo dei talenti: la città ha bisogno di loro per costruire una “comunità intelligente”. Per questo diventa necessario saper trattenere i talenti che formiamo mettendoli a sistema, e così non far andare via i giovani che si affacciano alla vita perugina. Università degli Studi, con il suo rettore Franco Moriconi, e l’Università per Stranieri, con il suo omonimo Giovanni Paciullo, hanno raccolto la sfida per discutere del futuro della città.

Il consiglio ha così visto gli interventi di vari professori e ricercatori universitari, impegnati ciascuno nella proposizione di progetti e studi utili alla città. Tra chi ha preso parola c’è stato Giuseppe Liotta, da Ingegneria, che ha trattato il tema “la città intelligente e la comunità intelligente”, realizzabile tramite connubio tra digital city (fattore tecnologico), creative city (umano) ed e-gov (fattore istituzionale). Per realizzare una smart city ci vuole, dunque, interazione tra governance, tecnologia e processo partecipativo, costruendo un’economia circolare. In questo l’università è perno centrale delle smart communities. Tanti gli interventi da parte di gruppi di ricerca che si sono occupati di temi ambientali sotto il profilo giuridico, antropologico, filosofico, pedagogico e didattico, psicologico e sociologico. Fabio Fatichenti (geografia nell’ambito di Lettere) ha posto l’accento sui temi oggetto di studio: agricoltura multifunzionale (salvaguardia della biodiversità), riqualificazione e sostenibilità dell’ambiente urbano (recupero aree dismesse, agricoltura urbana e periurbana), corridoi ecologici, indicatori di impatto socio-ambientale dell’industria. A tali tematiche, si è aggiunta quella legata al turismo

Tra gli interventi di tipo tecnico, c’è stato quello di Annibale Materazzi (Ingegneria civile ed ambientale), il quale ha citato tre temi di ricerca: sostenibilità ambientale, uso efficiente delle risorse naturali, mitigazione dei rischi di origine ambientale. Nell’ambito del primo spiccano le soluzioni per la resilienza dei beni culturali; nel secondo la creazione delle celle fotovoltaiche ibride. La mitigazione dei rischi, infine, è stata analizzata con monitoraggio dei monumenti soggetti a rischio sismico, analisi del rischio idraulico, vulnerabilità delle dighe, studio degli eventi pluviometrici estremi.

Non sono mancati interventi legati alla medicina e alle cure sanitarie, come quello di Maria Teresa Mandara (Veterinaria), che ha evidenziato gli studi del rapporto tra animali, uomo ed ambiente per garantire la salute pubblica e umana in particolare; Stefano Cianetti (Odontoiatria nell’ambito di Scienze chirurgiche e biomediche) ha poi detto che si costruisce una città intelligente se vi sono un’università e delle istituzioni intelligenti che si aprono reciprocamente per il bene della collettività.

Giacomo Muzi (Medicina) ha chiarito che la qualità dell’ambiente, anche in ambito lavorativo, è determinante ai fini della prevenzione delle malattie: non a caso oggi 3,7 milioni di morti l’anno nel mondo sono dovuti proprio all’inquinamento atmosferico ed ambientale. Per questo il dipartimento ha condotto vari studi sui vari fattori di inquinamento (es. il particolato, come pm 10 e pm 2.5) con l’obiettivo di contribuire a consegnare alle generazioni future un ambiente più sano.

A margine degli interventi dei professori ha preso la parola la consigliera Rosetti. Il capogruppo M5S ha detto di aver condiviso l’iniziativa del consiglio aperto perché il rapporto Comune-Università deve essere la carta vincente per Perugia. Secondo Rosetti c’è la necessità che l’Amministrazione favorisca una partecipazione reale: parlare di smart city come mero slogan rischia, infatti, di far perdere il punto di vista centrale, ossia che il cittadino deve essere messo in grado di star bene; un obiettivo che si può raggiungere solo coinvolgendolo nelle scelte. Per Rosetti l’università è decisiva per la rinascita della città: per capire, cioè, cosa c’è oggi che non va e per poi trovare soluzioni progettuali vincenti. Insomma la politica deve creare l’ambiente giusto per costruire l’intelligenza collettiva. L’obiettivo finale deve essere di fare di più con meno: ciò sarà possibile solo sfruttando bene il fattore umano senza concentrarsi sempre e solo sulle risorse economiche. Quindi – ha concluso Rosetti – bisogna dare risposte concreate ai cittadini, perché Perugia possa riprendersi la posizione che le compete.

©Riproduzione riservata

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