Parla di “sgarbo istituzionale” la consigliera comunale Pd, Rita Barbetti, di fronte alla convocazione del consiglio comunale di Foligno, arrivata per lo stesso giorno e la stessa ora dell’inaugurazione di Festa di scienza e filosofia.
“È possibile convocare un Consiglio comunale comunale proprio nel giorno e nell’ora in cui nella nostra città inizia una manifestazione culturale come Festa di Scienza e filosofia? Sì – scrive Barbetti – Una svista, una dimenticanza, tutto è possibile. Si è riunita ieri mattina la conferenza dei capigruppo ed è arrivata alle ore 11 la comunicazione del Presidente del Consiglio comunale che fissava appunto per il giorno 20 aprile 2023, alle ore 14.30 /15.30 la seduta di Consiglio. Subito le consigliere Barbetti e Marotta hanno parlato con il Presidente Schiarea chiedendo di spostare la data. Fermo restando che la data del Consiglio la decide il Presidente, “sentito il parere dei capigruppo”, anche alcuni capigruppo hanno successivamente chiesto di poter spostare il Consiglio ad altra data. È stato opposto un rifiuto”.
Una decisione che Barbetti definisce “priva di senso e che offende la città. Dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, quanto la cultura stia a cuore a questa Amministrazione. Celebriamo, in tutti i modi possibili, personaggi del passato, intitoliamo vie a destra e a manca, offriamo gonfaloni con generosità, mangiamo e beviamo, ma per la Festa di Scienza e Filosofia meglio chiuderci tra quattro mura. Saranno gli amanti della cultura di altre città che verranno a fruire di conferenze, idee e personalità dell’evento straordinario che Foligno, grazie alle menti illuminate di alcuni, riesce a mettere insieme ormai da anni. Dispiace veramente tanto che giovedì 13 aprile ci si faccia belli con post in cui il Comune sponsorizza la Festa di Scienza e venerdì 14 si consumi uno sgarbo istituzionale alla Festa stessa. Ci sentiamo di dire che noi “affamati di cultura” aspettiamo la Festa di Scienza tutto l’anno, e accettare una decisione di questo genere, senza l’uso di un minimo di buon senso, suscita una grande rabbia e la percezione che per la nostra amministrazione comunale la cultura non abbia il valore che merita o che sia meglio addirittura evitarla“.