Il congresso del Partito democratico regionale inizia con le carte bollate. C’è infatti il ricorso di Francesco De Rebotti, uno dei concorrenti, che chiede l’esclusione di Tommaso Bori per la questione della sua presenza in Assemblea nazionale, incompatibile con la candidatura.
“Mi trovo, a malincuore, a dover chiedere il rispetto di regole che non ho scritto io, ma che vengono sistematicamente accantonate con evidente disinvoltura. Il rispetto delle norme – dice – e il principio di legalità sono a fondamento della nostra comunità politica e della nostra idea di Paese, e devono esserlo ancor di più per chi si candida a guidare una delle sue articolazioni territoriali. Sono tra l’altro l’elemento ed i contenuti principali su cui abbiamo caratterizzato l’opposizione alle destre, ad ogni livello, anche in quello regionale“.
“Per questo comunico che, qualora la CRG o la CNG dovessero pronunciarsi per la esclusione della candidatura di Bori, e nell’esercizio di quella responsabilità aggiuntiva a cui tutti dovrebbero far riferimento, sono pronto, un minuto dopo, a fare un passo indietro anche io, ritirando la mia candidatura. Come ho fin dall’inizio evidenziato, anche al Segretario Nazionale Zingaretti, mi anima un solo sentimento, l’affetto che provo per la anche mia comunità politica“.
Il capogruppo del Pd, intanto, ha organizzato una conferenza stampa online per presentare la squadra e la sua mozione “Insieme, voltiamo pagina”. “Quello che si è aperto è un congresso spartiacque – ha detto – in cui in ballo non c’è il futuro dei dirigenti del Pd ma quello dell’Umbria. Sentiamo la responsabilità storica di un nuovo inizio che si fonda su nuove basi. La luna di miele tra la destra e l’Umbria è già finita, ma serve lavorare ad un’alternativa credibile, costruita dal basso“. Subito anche i primi impegni: “se saremo chiamati a guidare il Pd regionale, lanceremo da subito una conferenza organizzativa per ridare senso alla forma partito in una chiave più moderna, aperta e funzionale, oltre che una conferenza programmatica che sappia parlare alla società umbra, rimettendo al centro il lavoro, la sanità pubblica, la scuola, l’università e il sociale, così da gettare la basi di un’alternativa. Tutti insieme, dimostreremo che, da umbri, avremo la forza e le capacità di voltare pagina e ricostruire ciò che è stato distrutto in questi anni dopo anni di conflittualità permanenti che dobbiamo lasciarci definitivamente alle spalle”.
La squadra vede capolista Camilla Laureti, candidata anche alla segreteria provinciale: “Tre sono le ragioni per cui è importante fare questo congresso, e farlo ora. La prima è che in questo momento serve, più che mai, un partito forte, che sappia cogliere le sfide inedite di questo tempo. Serve poi avviare un nuovo ciclo in cui pensare un’alternativa, ma anche la capacità collettiva di dargli anche forma e sostanza. Lavoreremo infine per affermare un partito dei territori per ridare centralità ai bisogni reali dei cittadini e ristabilire una relazione, una presenza e un dialogo profondo con i cittadini, ciò che che è mancato colpevolmente per troppo tempo“. A Terni il candidato segretario e capolista è Fabrizio Bellini: “Radicare nuovamente il partito democratico sui territori sarà il nostro principale obiettivo. Occorre riaccendere la luce dentro i nostri circoli e rianimare la discussione tra i nostri iscritti perché per combattere l’antipolitica bisogna praticare la buona politica. Tornare nella società e tra gli scritti con una proposta nuova e credibile che sappia sfruttare anche al meglio la comunicazione l’innovazione tecnologica. Ritengo sia giusto che giovani prendano in mano il futuro e promuovano per primi la politica come la più alta forma di volontariato al servizio del bene comune”.
I consiglieri regionali, tranne Donatella Porzi, stanno tutti con Bori e ne hanno voluto dare una dimostrazione plastica. “Abbiamo bisogno di una squadra coesa, di un PD che parta dai territori e sappia fare rete“, ha detto Simona Meloni. “Mai come in questo momento abbiamo bisogno di un congresso che parli alla società e non guardi al nostro ombelico“, ha detto Fabio Paparelli. “Il nostro è un progetto nuovo, inclusivo“, ha detto Michele Bettarelli.
Con Bori anche il viceministro Anna Ascani: “In questi mesi di governo della destra la nostra Regione non è cambiata come avevano immaginato di fare, ma ha solo fatto passi indietro. Questa è una pessima notizia, ma il Pd rischia di illudersi, se pensa di riuscire a tornare a governare la Regione senza ripartire da se stesso e dai suoi errori. Occorre dunque ripartire dalla costruzione paziente di una classe dirigente, così come è stato fatto in questi mesi dai tre nuovi consiglieri regionali che hanno messo a disposizione anche il loro consenso personale per la costruzione di un percorso collettivo. Questo è un segnale importante che ci dice che c’è una generazione pronta ad assumersi le proprie responsabilità, e spero possa essere accompagnata anche dal sostegno di coloro che hanno avuto e hanno esperienza e ruoli, indipendentemente dal fatto anagrafico. Che sia allora un buon congresso, per parlare dell’Umbria e all’Umbria, e non l’ennesima occasione di scontro perché i nostri cittadini non ce lo perdonerebbero“.