Con questi numeri non si può tornare a scuola. Nel confronto in IV Commissione (presente una rappresentanza dei genitori e degli studenti), l’amministrazione comunale di Perugia ha ribadito le ragioni alla base delle ordinanze che hanno disposto le chiusure delle scuole e degli asili cittadini. Provvedimenti comunque superati dalla piena validità dell’ordinanza della governatrice Tesei per i comuni zona rossa, ribadita dal Consiglio di Stato dopo la parziale bocciatura del tar per asili e materne.
Il confronto si è svolto sull’ordine del giorno “Interventi urgenti per la riapertura delle scuole in sicurezza presentato dai gruppi Pd, Idee Persone Perugia, Rete Civica Giubilei. Approvato al termine della discussione con 5 voti a favore (opposizione), 4 contrari (Cesaro, Befani, Ricci e Casaccia) e 4 astenuti (Puletti, Giustozzi, Vignaroli e Volpi).
Questi i dati sui contagi a Perugia, in parte già inseriti nell’ordinanza del sindaco Romizi sullo stop per i servizi dell’infanzia.
Nella fascia da 0 a 6 anni a Perugia a dicembre erano 58, a gennaio 94 e 62 nei primi 12 giorni di febbraio.
Tra i 7 e gli 11 anni 34 infettati a dicembre, 102 a gennaio e 48 nei primi 12 giorni di febbraio.
Nella fascia 11-14 anni si è saliti in un mese da 34 a 102 (48 finora a febbraio).
Tra i più grandi, con le superiori tornare in presenza al 50% solo per una settimana, i contagiati a Perugia erano 31 a dicembre, 94 a gennaio e 54 nei primi 12 giorni di febbraio.
“Numeri in aumento – ha spiegato il vice sindaco Tuteri – perché maggiore è la diffusione del virus, anche tra i giovani e giovanissimi”. Il Cts regionale nelle ultime settimane ha evidenziato in modo allarmante come soprattutto la variante inglese nel Perugino si diffonda anche tra giovani e bambini, asintomatici.
Da qui lo stop di tutte le scuole, anche a Perugia, condiviso con l’amministrazione regionale. E questo nonostante i contagi nella maggior parte dei casi non siano avvenuti all’interno delle scuole, dove comunque sono stati effettuati gli interventi per rispettare i protocolli.
Tuteri ha riconosciuto i possibili effetti negativi sui ragazzi dei vari divieti a causa dell’emergenza Covid. Da punto di vista formativo, sociale e forse anche psicofisico. Un danno che è probabilmente diverso in base alle fasce di età.
Quanto ad alcune categorie di studenti, come ad esempio quelli dell’ultimo anno del liceo o delle scuole professionali dove le attività dei laboratori sono state ridotte, Tuteri si è detto favorevole ad una forma di “ristoro” assicurando una prosecuzione gratuita della formazione quando la situazione sanitaria lo consentirà.
Quanto ai ritardi sull’emissione dell’ordinanza di chiusura di asili nido e materne, l’assessore alla Sicurezza e personale, Luca Merli, ha riferito che ciò è stato dovuto alle tempistiche relative all’arrivo della sentenza del Tar ed alla necessità di assumere un provvedimento, che si configurava come complesso, il più corretto possibile tenuto conto del numero nutrito di studenti che si andava ad interessare.
Patrizia Casavecchia (insegnante), Egidia Guarducci e Cristina Castellano (avvocati del Comitato “A Scuola”) hanno sostenuto la necessità di dare priorità alla scuola, da tempo non più considerata come tale specie in Umbria. Vi è, a parere delle relatrici, un chiaro diritto all’istruzione inalienabile che non può essere contrapposto a quello alla salute.
La chiusura prolungata, è stato evidenziato, determinerà danni enormi non solo ai giovani, ma all’intero Paese.
I rappresentati del Comitato hanno sottolineato che dopo una settimana di chiusura forzata di tutte le scuole, non sembra che i dati sui contagi siano in miglioramento, con ciò certificando l’insussistenza del provvedimento assunto.
I rappresentanti degli studenti Matias Cravero e Chiara Baldelli hanno manifestato un forte senso di rivendicazione dei giovani nei confronti delle Istituzioni per lo scarso rispetto ricevuto. A parere dei ragazzi se la riapertura della scuola rappresenta una priorità, bisogna lavorare per realizzarla, partendo anche dai trasporti.
La questione scuola ora dovrà essere affrontata in Consiglio comunale.
L’assessore Merli ha comunque anticipato che, all’esito delle scadenza dell’ordinanza di chiusura delle scuole (21 febbraio), l’Amministrazione assumerà i provvedimenti che verranno richiesti dalle istituzioni sanitarie, alla luce della situazione sui contagi che emergerà dai dati concreti a disposizione.