Conferire la cittadinanza italiana per meriti speciali a Patrick George Zaki e agire in tutte le sedi istituzionali opportune, affinché venga immediatamente liberato e possa tornare alla sua vita di studente, ricercatore e attivista dei diritti umani e civili. È l’appello lanciato al Governo italiano dal consiglio comunale di Valtopina, che il 22 marzo scorso ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dalla maggioranza per la liberazione del giovane studente egiziano dell’Università di Bologna, arrestato al Cairo nel febbraio 2020 per il suo impegno nella promozione della pace e dei diritti fondamentali dell’uomo.
Aderendo a una campagna nazionale promossa da varie realtà istituzionali, accademiche e associative, il Comune di Valtopina ha chiesto al Governo di attivarsi per concedere a Zaki la cittadinanza italiana per meriti speciali, applicando l’articolo 9, comma 2, della legge n. 91/1992, secondo il quale tale beneficio può essere conferito a un cittadino straniero quando “abbia reso eminenti servizi all’Italia, ovvero quando ricorra un eccezionale interesse dello Stato”. Il Consiglio comunale ha anche sollecitato una decisa azione diplomatica in tutte le sedi opportune, in particolare presso l’Unione Europea, per l’immediato rilascio del giovane studente.
“Valtopina – sottolinea il sindaco, Lodovico Baldini – è vicina a Patrick Zaki e alla sua famiglia, promuove la difesa dei diritti umani e di valori fondamentali come la pace e la solidarietà e sono particolarmente orgoglioso che il nostro sia stato uno dei primissimi Comuni umbri ad aver adottato un atto del genere. Nel nostro piccolo, in rete con altri enti locali italiani, vogliamo dare un contributo per la liberazione del giovane studente egiziano, tenendo l’alta l’attenzione e chiedendo un impegno ancor più forte dell’Italia e dell’Europa, affinché non si verifichi un nuovo caso Regeni. Concedere a Zaki la cittadinanza italiana, avrebbe un forte valore simbolico e potrebbe essere uno strumento di pressione diplomatica più efficace verso l’Egitto. Da Valtopina auspichiamo presto un segnale positivo”.
Patrick George Zaki, 27 anni, è uno studente e ricercatore di origini egiziane, impegnato nell’ambito della difesa dei diritti umana, che ha deciso di svolgere parte della sua formazione accademica in Italia, presso l’Università di Bologna, dove si è trasferito nell’agosto 2019. Il 7 febbraio 2020, rientrando in Egitto per una visita alla famiglia, all’aeroporto del Cairo è stato preso in custodia da agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale egiziana e fatto sparire per 24 ore, durante le quali è stato picchiato e torturato per il suo lavoro e attivismo per i diritti umani e civili. È stato poi fatto comparire davanti a un pubblico ministero, con le accuse false di voler fomentare il caos, minacciare l’ordine precostituito e la sicurezza pubblica, sovvertire lo Stato egiziano. Accuse infondate, che lo hanno condotto in carcere senza alcun rinvio a giudizio e senza alcuna certezza sul suo futuro.