“Dal 2000 al 2007 le imposte applicate dalle province sui consumi di energia elettrica per usi industriali sono aumentate del 34,9%, con un costo enorme per le piccole imprese. “Si è trattato di un vero e proprio boom: l'aumento ha infatti superato di quasi 5 punti il trend delle imposte dirette locali che, dal 2000 al 2007, sono cresciute del 30,5%”.
Così Stelvio Gauzzi – Segretario di Confartigianato Imprese Perugia, commentando un'analisi dell'Ufficio studi di Confartigianato che ha misurato l'escalation della pressione fiscale proveniente dalle addizionali provinciali sull'elettricità utilizzata dai piccoli imprenditori.
“L'addizionale, continua Gauzzi, è un'imposta che ‘pesa' per il 7,8% del prelievo fiscale complessivo sull'elettricità e il gettito che ne deriva è al terzo posto nella classifica dei tributi provinciali. Contribuisce infatti per il 14,8% alle entrate tributarie delle province ed è preceduto soltanto da quello di due imposte che gravano sui veicoli: le imposte sull'assicurazione Rc auto (che incidono per il 45,1%) e le imposte provinciali di trascrizione (25,6%).
Secondo il Segretario di Confartigianato Imprese Perugia, “l'analisi mette in luce una fiscalità locale sempre più pesante, ma soprattutto iniqua. A pagare gli aumenti sono infatti soltanto le piccole imprese, poiché l'addizionale viene applicata sui consumi fino a 200.000 kWh /mese: in pratica, quelli delle piccole imprese. I consumi sopra questo limite delle grandi aziende sono invece esenti da questo tributo. Le province possono decidere di applicarla con un'aliquota minima di 9,30 euro per mille kWh oppure con un'aliquota massima di 11,40 euro per mille kWh”. “Si tratta – sottolinea Gauzzi – di un trattamento fiscale che deve essere riequilibrato per mettere la parola fine ad un'assurda ed ingiustificata penalizzazione delle piccole imprese”.