Per le piccole imprese è sempre più difficile incassare: in un anno e mezzo, complice la crisi, il tempo tra l’emissione delle fatture e il saldo ha raggiunto in media i 93 giorni.
“Lavori oggi e se tutto va bene ti pagano tra tre mesi. E se qualcosa va storto e non ti pagano, ti rivolgi al tribunale ed ecco che per vedere quei soldi devi attendere anche degli anni. E a quel punto, o hai le spalle larghe oppure tiri giù la serranda e mandi tutti a casa”.
Così si esprime Stelvio Gauzzi – Segretario di Confartigianato Imprese Perugia Piccole circa i gravi disagi segnalati dalle aziende artigiane e dalle micro imprese sempre più bersagliate dai ritardi di pagamento: per il saldo di una fattura – continua Gauzzi, la stima che ci è stata fornita dal nostro Ufficio Studi di Confartigianato –è occorrono in media 93 giorni, un termine che nell’ultimo anno e mezzo è cresciuto di ben un mese.
Se fino a ieri in testa alla lista dei cattivi pagatori c’è stata la pubblica amministrazione – 85 giorni per liquidare i pagamenti, diciannove in più rispetto a metà 2009 – ecco che la forbice dei ritardi oggi si allarga anche tra i privati, tra le imprese committenti e i loro fornitori.
“D’altra parte, prosegue il Segretario di Confartigianato Imprese di Perugia, quando il controllore è il primo a dare il cattivo esempio, pure gli altri non si fanno tanti riguardi”.
Se dalla metà del 2009 nel resto d’Europa i tempi medi di pagamento della pubblica amministrazione si sono accorciati, da noi si è assistito al fenomeno opposto, al punto che oggi, i fornitori di beni e servizi devono attendere fino a 186 giorni per incassare, contro i 63 della media Ue. Un primato poco invidiabile.
“A dieci anni di distanza dal primo intervento europeo per frenare questo malcostume tutto italiano (in Italia costa alla filiera dell’artigianato circa 1.760 milioni di euro (valutando solo i maggiori oneri finanziari), la Commissione UE ci riprova, con un nuovo testo. Tra le novità principali, le PA dovranno pagare i fornitori nel termine perentorio di 60 giorni, mentre nelle transazioni tra privati lo stesso termine è derogabile su accordo tra le parti. Inasprito l’interesse moratorio”.
“Entro il 2013, conclude il Segretario Gauzzi, l’Italia dovrà recepire la direttiva, con l’auspicio che non si attenda fino all’ultimo minuto per adeguare il testo alla realtà economica italiana fatta principalmente di micro e piccole imprese.
Tra i punti principali in discussione ci sono da segnalare l’apertura di tavoli di lavoro per revisionare le regole di spesa della Pa, configurare il ritardato pagamento come pratica anticoncorrenziale, introdurre l’obbligo di pubblicazione sui siti degli enti appaltanti dello stato di avanzamento dei pagamenti e infine istituire una graduatoria pubblica in cui sono riportati le abitudini di pagamento degli enti statali.