“Gli interventi per favorire l’innovazione previsti dal decreto sviluppo sono ‘old innovation style’, centrati sulla grande impresa, l’università e i grandi centri di ricerca, ma inaccessibili alle micro e piccole imprese. L'innovazione, invece, nasce dal basso e coinvolge molteplici attori, piccoli e grandi, tra cui anche le pmi e i cittadini”. Lo ha sottolineato Stelvio Gauzzi, segretario di Confartigianato Imprese Perugia, che, analizzando il testo del decreto, ritiene indispensabile una modifica di alcune misure riguardanti, più precisamente, l’agenda digitale, i progetti di ricerca e innovazione, le start up innovative, per renderle fruibili alle aziende di piccole dimensioni. “Le misure del decreto sviluppo – ha continuato Gauzzi – non tengono conto della nostra realtà produttiva, costituita per oltre il 95 per cento da micro e piccolissime imprese, e delle opportunità che la diffusione delle tecnologie digitali offre proprio per migliorare la loro competitività. Con i criteri del decreto sviluppo, ad esempio, colossi come Apple, Microsoft e Facebook, fondate da imprenditori non laureati, non avrebbero avuto il riconoscimento di start up innovative”. Tra le altre modifiche da apportare al decreto sviluppo, il segretario provinciale dell’associazione di categoria auspica l’inclusione nelle misure dei consorzi fidi, non vigilati dalla Banca d’Italia, per rafforzare il loro patrimonio. Inoltre, la Confartigianato e le altre associazioni aderenti a Rete Imprese Italia hanno proposto modifiche sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, recentemente modificata dal decreto legge 1/2012 (Crescitalia).