La Concorsopoli all’Università per Stranieri su cui sta indagando la Procura di Perugia rischia di coinvolgere anche altri Atenei italiani. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Raffaele Cantone, ipotizzano infatti che possano esserci stati scambi di favori tra professori di varie Università per favorire ai concorsi per assunzioni di docenti e l’assegnazione di dottorati di ricerca propri protetti.
Nel mirino ci sarebbero infatti al momento cinque procedure concorsuali. Ma l’inchiesta sembra destinata ad allargarsi.
Tra i 23 indagati, al momento, figurano membri di commissione d’esame e concorrenti. Un filone d’indagine aperto a seguito del caso Suarez, a sua volta avviato a seguito di intercettazioni relative a un’altra indagine che coinvolgeva persone dell’Ateneo perugino.
“Non confondere le vicende dei singoli con l’Università per Stranieri” ha detto in tv il rettore Valerio De Cesaris. Evidenziando come non si tratti di nuove indagini che coinvolgono l’attuale guida dell’Ateneo, ma di sviluppi relativi “a vicende degli anni passati”.
In Procura già sono state sentite alcune persone informate sui fatti. Mentre la guardia di finanza sta passando al setaccio il materiale sequestrato martedì nella sede dell’Università per Stranieri di Perugia e al Ministero: verbali dei concorsi, ma anche email e chat private.
Non si esclude che a breve possano essere effettuate perquisizioni anche in altre sedi di Atenei italiani. Almeno in quelli dove lavorano alcuni dei 23 indagati.