Con 18 voti favorevoli della maggioranza e dieci contrari dell'opposizione, l'Assemblea di Palazzo Cesaroni ha approvato il disegno di legge della Giunta concernente “Misure di razionalizzazione in materia di Comunità montane” in attuazione dei principi della legge Finanziaria del Governo per il 2008 (legge n. 244 del 24 dicembre 2007). Sono stati votati e approvati a maggioranza alcuni emendamenti della Giunta proposti nel corso della discussione dagli assessori Liviantoni e Riommi, che modificano, in maniera sostanziale, alcune norme fondamentali della legge. In riferimento alla Giunta della Comunità montana, essa sarà composta dal Presidente e da non oltre tre assessori, scelti tra i sindaci o gli assessori dei comuni aderenti. La Giunta verrà eletta dal Consiglio della Comunità montana su proposta del presidente, con riferimento allo Statuto. Per le indennità, invece, il presidente della Comunità montana, potrà percepire esclusivamente l'indennità di funzione riconosciutagli come sindaco o assessore. Allo stesso, come scritto nell'emendamento approvato, potrà essere riconosciuta una indennità, a carico della Comunità montana, in misura pari alla differenza tra l'indennità spettante, in quanto sindaco o assessore, e quella spettante per la carica di presidente. Nello stesso articolo viene anche stabilito che gli assessori delle Comunità montane percepiranno l'indennità spettante in quanto sindaci o assessori dei rispettivi comuni. In caso di commissariamento di una Comunità montana, il compenso spettante al commissario straordinario grava sul bilancio dello stesso Ente e sarà pari al 50 per cento dell'indennità prevista per un comune con popolazione pari a quella della Comunità montana in questione. Nelle norme transitorie, inserite nell'apposito articolo 3 della legge, viene stabilito che al presidente della Comunità montana, in carica alla data di entrata in vigore della legge, (votata oggi) è riconosciuta una indennità di funzione pari al 50 per cento di quella prevista per un comune con la stessa popolazione della Comunità montana in questione. Ai componenti la Giunta della Comunità montana, invece, verranno applicate le stesse condizioni ricomprese nel testo vigente prima dell'entrata in vigore di questa legge. INTERVENTI:GIANLUCA ROSSI (PD – RELATORE DI MAGGIORANZA) – “L'atto oggi in discussione è strettamente connesso all'atto di indirizzi approvato nella scorsa seduta del Consiglio regionale, ed è finalizzato al concorso degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, già previsti dalle leggi regionali approvate nel 2007 e nel 2008, nonché della legge finanziaria del corrente anno.Con questo disegno di legge, che consta di n. 2 articoli, si apporta una ulteriore riduzione alla indennità spettante al presidente della Comunità montana, stabilendo una riduzione superiore a quanto dispone la legge finanziaria 2008, quindi l'indennità prevista per il presidente della Comunità montana è pari al 50 per cento di quella prevista per i sindaci dei Comuni ricompresi nella classe da 10 mila a 30 mila abitanti. Ai componenti la Giunta della Comunità montana spetta una indennità pari al 50 per cento di quella dei componenti la Giunta dei Comuni ricompresi nella medesima classe di abitanti.Se la popolazione del territorio montano, che è ricompreso nella Comunità montana, risulta inferiore a 10 mila abitanti, l'indennità da corrispondere al presidente della Comunità montana è pari al 50 per cento di quella che la legge prevede per i sindaci dei Comuni ricompresi nella stessa classe di riferimento.L'art. 2 del disegno di legge esplicita il concorso della Regione Umbria agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica sia con il disegno di legge in questione che con l'attuazione delle leggi 24/2007 e 5/2008, in quanto si riduce a regime la spesa corrente per il funzionamento delle Comunità Montane attraverso la riduzione del numero complessivo delle stesse, del numero dei componenti degli organi rappresentati delle Comunità Montane, la riduzione delle indennità spettante ai componenti delle Comunità Montane”.FIAMMETTA MODENA (FI-PDL – RELATORE DI MINORANZA): “Siamo di fronte ad una atto che dimostra, per l'ennesima volta, che dopo tanto parlare non si arriva alla sua concretizzazione. Questo è quanto sta accadendo per la riforma delle Comunità montane. Ad oggi, nonostante gli indirizzi generali avrebbero dovuto diminuire, come dimostrano atti precedenti, il loro numero, le Comunità montane sono rimaste le stesse. La leggina che ha predisposto questa maggioranza e che vuole promulgare, serve per ammorbidire la Finanziaria del precedente Governo di centro sinistra che prevederebbe una restrizione di risorse tale che per l'Umbria significherebbe mantenere in vita soltanto due Comunità montane. Grazie, quindi, a questa legge regionale è possibile non dar corso a quanto stabilito dalla Finanziaria che ha emesso precisi e molteplici indicatori: gli articoli 17 e 20 prevedono infatti una riduzione di un terzo (rispetto al 2007) delle spese di funzionamento delle Comunità montane mentre invece in Umbria non è stato neppure ridotto il numero della Comunità, che sono sempre 9.La Regione non ha lavorato ancora su precisi indirizzi dai quali è possibile dedurre la composizione dei territori ricompresi nelle Comunità montane. Ci troviamo davanti ad uno spot propagandistico che riguarda soltanto le indennità degli amministratori e il numero delle Comunità montane, ma resta irrisolto il problema della sovrapposizione delle figure gestionali (sindaci e presidenti delle Comunità montane). Se si vuole veramente raggiungere in pieno il contenimento della spesa pubblica, va applicata alla lettera la Finanziaria emanata dal Governo. E' chiaro che il non portare a compimento questa riforma non è nostra responsabilità, ma riguarda la vostra assoluta incapacità amministrativa”.ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Cdl per l'Umbria): “IN ALTOTEVERE GLI ASSESSORI DELLE COMUNITA' MONTANE AI FUNGHI E ALLE FIERE HANNO PERCEPITO QUANTO GLI ASSESSORI COMUNALI, CHE HANNO BEN ALTRE RESPONSABILITA'” – “A integrazione di quanto detto dal consigliere Modena nella relazione di minoranza, ribadisco che non siamo contrari alla riduzione dei costi della politica, quanto piuttosto all'impianto della Riforma. La nostra posizione è del tutto negativa per quanto attiene agli atti di indirizzo, che alimentano la confusione lasciando tutto indefinito tra gli ambiti territoriali e il ruolo dei Comuni, con continui richiami al circondario e ad enti di natura sovracomunale. Resta il fatto che le spese delle Comunità montane sono scandalose, anche se l'impatto più negativo è dato dai compensi dei presidenti delle stesse, che fino ad oggi hanno percepito quanto i sindaci dei Comuni, che hanno ben altre responsabilità. E faccio un esempio: in Altotevere l'assessore ai funghi e ai tartufi e l'assessore alle fiere percepivano quanto un assessore comunale. Alla luce di tutto ciò, ritengo che l'atto vada sì nella direzione giusta, ma non sia sufficientemente coraggioso, dovendo individuare le Comunità montane come soggetti di natura residuale. Forse perché c'è più riguardo per la conservazione di poltrone che per le questioni di federalismo fiscale”.CARLO LIVIANTONI (vicepresidente della Giunta regionale): “LA REGIONE UMBRIA E' STATA L'UNICA IN ITALIA AD AFFRONTARE IL RIORDINO DELLE COMUNITÀ MONTANE PRIMA ANCORA DELLA FINANZIARIA” – “Le affermazioni rappresentate dall'opposizione attengono a un disegno di legge che non c'è: la Regione Umbria, invece, è stata l'unica in Italia che ha affrontato il riordino delle Comunità montane prima ancora della Finanziaria. La nostra Riforma del luglio 2007 non risponde soltanto alle esigenze della legge Finanziaria, ma anche alle nostre esigenze di riorganizzazione, infatti avevamo già stabilito il numero massimo di cinque Comunità montane. Il ritardo lamentato dall'opposizione è dovuto solo alla necessità di fare un riscontro tra la Finanziaria del dicembre scorso, con le sue esigenze di abbattimento dei costi, e la Riforma che era già stata fatta, che ha portato alla novità del disegno di legge che presentiamo oggi, dopo avere verificato la congruità fra le scelte della Regione e l'osservanza dei dettami della legge Finanziaria. Il riscontro c'è perché la Riforma va verso l'azzeramento dei costi, prevedendo un massimo di tre assessori delle Comunità montane che devono essere o sindaci o assessori dei Comuni, quindi a costo zero e sempre più legati alle responsabilità di governo delle Comunità montane”.DICHIARAZIONI DI VOTO:FIAMMETTA MODENA (FI-PDL): “Ribadiamo il nostro voto contrario anche alla luce degli emendamenti apportati sulle indennità e norme transitorie. Si tratta di un'operazione di mascheramento propagandistico.STEFANO VINTI (PRC-SE): “L'Umbria, prima di altre Regioni, ha colto l'esigenza di questa riforma. Bene la razionalizzazione delle spese salvaguardando, però, il patrimonio tecnico e umano. Questa riforma è propedeutica a quella di stampo federalista che temiamo investirà anche l'Umbria. Ci assumiamo, comunque, la responsabilità, con il nostro voto favorevole, del taglio dei costi che è anche un taglio alla democrazia”.ANDREA LIGNANI MARCHESANI (CDL PER L'UMBRIA): “Al maxi emendamento presentato dalla Giunta , il nostro voto sarà assolutamente contrario. Serve una riforma elettorale anche per gli enti di secondo livello. Tutto quanto deciso oggi, con questa legge, verrà utilizzato per una metabolizzazione politica dei più rivoltosi verso questa riforma. Sono convinto che l'attuazione a regime della legge arriverà soltanto dopo il turno elettorale amministrativo”. SCHEDANel rispetto della legge finanziaria per il 2008 (legge 24 dicembre 2007, n. 244), le Regioni devono provvedere, entro 6 mesi dall'entrata in vigore della stessa legge, a concorrere agli obiettivi del contenimento della spesa pubblica e quindi al riordino delle Comunità montane. La riduzione equivale ad un importo pari al almeno un terzo della quota del fondo ordinario e passa attraverso: la riduzione del numero complessivo delle Comunità montane; la riduzione del numero dei componenti degli Organi; la riduzione delle indennità. La Regione Umbria interverrà, quindi, come già previsto nelle leggi regionali 24/2007 e 5/2008, sulla riduzione del numero complessivo delle Comunità montane che, da nove, passa a un massimo di cinque. E' prevista, inoltre, la riduzione del numero dei componenti gli organi rappresentativi delle stesse in luogo di un massimo di quattro (presidente e tre assessori) che dovranno già ricoprire il ruolo di sindaco o assessore del comuni ricompresi nella stessa Comunità montana.. Il presidente della Comunità montana, potrà percepire esclusivamente l'indennità di funzione riconosciutagli come sindaco o assessore. Allo stesso potrà essere riconosciuta una indennità, a carico della Comunità montana, in misura pari alla differenza tra l'indennità spettante, in quanto sindaco o assessore, e quella spettante per la carica di presidente. Gli assessori delle Comunità montane percepiranno l'indennità spettante in quanto sindaci o assessori dei rispettivi comuni. Nelle norme transitorie della legge viene stabilito che al presidente della Comunità montana, in carica alla data di entrata in vigore della legge approvata oggi, è riconosciuta una indennità di funzione pari al 50 per cento di quella prevista per un Comune con la stessa popolazione della Comunità montana in questione. Ai componenti la Giunta della Comunità montana, invece, verranno applicate le stesse condizioni ricomprese nel testo vigente prima dell'entrata in vigore di questa legge
COMUNITA' MONTANE: LA REGIONE HA APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE DEL RIORDINO.( leggi gli interventi politici)
Mar, 03/06/2008 - 14:27