Terni verso il dissesto; è questa la strada imboccata dal Comune dopo che le Sezioni Riunite della Corte dei Conti hanno respinto il ricorso presentato dalla giunta Di Girolamo sul primo piano di riequilibrio finanziario. La sentenza è arrivata nel primo pomeriggio di oggi e ha scatenato la dura reazione delle opposizioni che, il prossimo 29 gennaio, hanno chiesto la convocazione di un consiglio comunale straordinario per chiedere le dimissioni del sindaco.
Enrico Melasecche (ILT) – “La parola al popolo, lo stesso che è stato tradito da nove anni di governicchio sistematico da parte di un sindaco che ha sempre rinviato i problemi, che si è circondato spesso di mediocri, che non ha mai avuto il coraggio di affrontare la verità dei fatti, a cominciare dal dissesto economico finanziario, dichiarando subito la verità come avevamo chiesto fin dal 2009, di anno in anno fino a queste ore. Una esperienza triste per lui ma drammatica per tutti noi che saremo costretti a pagare le conseguenze di questa sua doppia sindacatura per trent’anni ancora.
Cavicchioli quando ha capito che i punti critici che pur aveva evidenziato non venivano neppure presi in considerazione ha gettato la spugna. Zingarelli, nei cui confronti ho ripetutamente manifestato la mia meraviglia per un giovane che accettava senza colpo ferire una situazione vergognosa che andava contro i valori stessi di una sinistra moderna, in contrasto con il ricordo di Enrico Berlinguer, anche lui sembra oggi prendere le distanze. Abbiamo oggi un sindaco barcollante che disse di non essere in grado di svolgere quel ruolo, aveva perfettamente ragione, ma che poi nei meandri della burocrazia di partito e soprattutto del potere che ammalia ha tirato avanti una esperienza stanca, senza passione, senza coraggio, senza speranza.
Chiediamo a questo punto la decenza delle dimissioni unitamente alla colletta che la giunta sicuramente farà al proprio interno per pagare i 40.000 euro di una parcella legale per una lite temeraria contro le Istituzioni ma soprattutto contro la città che lunedì prossimo è chiamata a raccolta per manifestare la propria volontà di cambiamento. Terni ha bisogno di aria nuova, ha bisogno di una guida capace, ha bisogno di tornare a sognare e lavorare sodo per ricostruire un futuro che in questi lunghissimi diciotto anni le è stato negato”.
Marco Cecconi (FdI) – “E alla fine è andata esattamente come noi avevamo previsto. Di Girolamo & C. sono riusciti a scavarsi la fossa da soli, prima indebitando il Comune fino all’orlo del fallimento, poi facendosi varare dalla propria maggioranza un Piano di risanamento farlocco tanto quanto lo erano stati i bilanci di questi anni, poi ancora infischiandosene delle censure mosse a quel Piano sia dal Ministero degli Interni che dalla Corte dei Conti e infine – anzi – avanzando un ricorso contro quelle censure altrettanto fondato sul nulla. Avendo come unico obiettivo quello di tirare a campare il più a lungo possibile incollati alle poltrone di Palazzo Spada, sindaco e soci saranno riusciti magari nell’intento (calendario alla mano) di scongiurare quello che per loro e i loro interessi era il male assoluto, ovvero le elezioni anticipate. Ma non hanno potuto evitare l’inevitabile, perché la conseguenza della bocciatura odierna è una e una soltanto: la dichiarazione formale di dissesto del Comune di Terni, scioglimento e Commissario prefettizio. Fallimento e tutti a casa: per loro, una condanna comunque troppo lieve, considerate colpe e responsabilità; per la città, una liberazione.
Resta il rammarico di aver fatto perdere a Terni e ai ternani troppo tempo, almeno un anno e mezzo di non-governo, inchieste, arresti, rinvii a giudizio, bocciature, debiti su debiti, deriva della città sotto ogni profilo. Resta il rammarico di aver dovuto assistere alla più spudorata melina. Resta il rammarico – nell’interesse di Terni e dei ternani – che non una delle denunce che abbiamo mosso ai conti comunali in questa consiliatura (dal consuntivo-2013, al Piano di riequilibrio varato dal consiglio comunale nel dicembre-2016 e quest’oggi definitivamente bocciato dalla magistratura contabile) sia mai stata presa in considerazione, trattata anzi come vaniloquio. Ci avessero dato un po’ più ascolto, oggi non saremmo a questo punto: ma il fallimento sancito dall’odierna sentenza è anche figlio di tanto ottusa e tracotante partigianeria”.
M5S – “C’è solo una parola: vergogna. Vergogna per aver portato la città nell’abisso del dissesto, per aver irresponsabilmente tenuto appeso Terni per un anno e mezzo alla mercede degli interessi di un partito e di una maggioranza immersa nelle proprie vicende giudiziarie. Ci siete riusciti, abbiamo toccato il fondo. Il cerchio si è chiuso. La responsabilità storica, imperdonabile e incancellabile è quella di aver non solo rovinato il presente ma compromesso il futuro.
Abbiamo solo una strada davanti: chi ha sbagliato deve pagare. Una questione di sopravvivenza e di civiltà, intimamente propria di uno stato di diritto in cui l’impunità è un privilegio inconciliabile. Questa strada noi la perseguiremo e la porteremo avanti con fermezza, con disciplina e onore così come la Costituzione richiede agli uomini e alle donne delle Istituzioni.
Per questo chiederemo al Prefetto un incontro nelle prossime ore al fine di impedire che la città possa rimanere nuovamente appesa per un ulteriore anno ad un commissariamento prefettizio e si proceda speditamente allo svolgimento delle elezioni nella finestra elettorale di maggio 2018. Attendiamo le dimissioni irrevocabili del Sindaco Leopoldo Di Girolamo entro la giornata di oggi”.
Lega Nord – “L’esito del ricorso era scontato, ora vediamo se il sindaco Di Girolamo riuscirà almeno a mantenere una delle parole date: dimettersi dopo la decisione delle sezioni riunite in sede giurisdizionale della Corte dei Conti” è l’intervento congiunto del capogruppo Lega in Regione umbria, Emanuele Fiorini e del segretario Lega Terni, Federico Cini.
“Nonostante il facile entusiasmo che sembra aver pervaso i cittadini che vivono questo momento alla stregua di una liberazione dallo straniero invasore – proseguono – c’è però un’infausta parola che aleggia nell’aria: dissesto.
Sì, perché affrontare le conseguenze del dissesto significa intraprendere un lungo percorso bagnato dalle lacrime e dal sangue dei ternani incolpevoli ed inermi di fronte al fallimento delle giunte di centrosinistra che si sono avvicendate negli ultimi decenni.
E sebbene vi sia una sentenza che inchioda gli amministratori alle loro responsabilità, addirittura nelle segreterie dei partiti di maggioranza si ipotizzano soluzioni creative, cercando di salvare il salvabile, cioè poltrone e posti di potere, magari attraverso il varo di una nuova giunta asseritamente in discontinuità con le precedenti.
Tutto ciò non è più tollerabile. Di danni ne sono stati fatti abbastanza. Occorre restituire alla città quegli spazi di democrazia che merita. Restiamo in attesa di conoscere le decisioni del sindaco e della giunta, dopodiché valuteremo ogni azione possibile da intraprendere per liberare questa città da quelle persone che hanno portato Terni sull’orlo del baratro e ora si apprestano all’ultima inesorabile spinta. Noi non glielo permetteremo. Saremo sempre al fianco dei cittadini ternani con coraggio e determinazione per restituire alla città un’amministrazione degna di tale nome magari già nel maggio 2018, come la decenza e il buon senso imporrebbero”.