“Respinto”, le Sezioni riunite della Corte dei Conti, riunite questa mattina a Roma, hanno bocciato rigettato il ricorso presentato dal Comune di Terni contro la bocciatura del primo piano di riequilibrio finanziario firmato dall’ex assessore al Bilancio, Vittorio Piacenti D’Ubaldi (dimessosi perché coinvolto nelle idagini della Procura sui presunti appalti illeciti del Comune). La manovra economica bis, quella contenente la richiesta di accesso al Fondo di Rotazione era invece già stata giudicata “irricevibile” dalla sezione regionale della Corte dei Conti.
La sentenza di Roma avrà ripercussioni importanti sul governo della città con due ipotesi percorribili: la prima è quella delle possibili dimissioni del sindaco Leopoldo Di Girolamo (che aveva dichiarato di voler rimettere il suo mandato dopo la conclusione dell’iter di risanamento dell’Ente); la seconda riguarda la possibilità di ricorrere ulteriormente al Tar del Lazio che ha la massima autorità su questioni simili.
Qualora si dovesse verificare questa seconda ipotesi, il sindaco darà il via anche al rimpasto di Giunta, così come indicato nel documento programmatico del direttivo del Pd o all’azzeramento della stessa, ma comunque si porterebbe l’esperienza del Pd al governo della città fino a fine mandato. La terza soluzione, qualora i vertici istituzionali lo ritengano opportuno, è il dissesto dell’Ente.
“Ho appena ricevuto notizia dallo studio legale che ha seguito la procedura del ricorso – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo – che le sezioni riunite della Corte dei Conti hanno respinto il ricorso presentanto dal Comune di Terni in merito al piano di riequilibrio finanziario dell’Ente. Prendiamo atto del pronunciamento della magistratura contabile, rimaniamo in attesa di leggere il dispotivo e della applicazione delle procedure di legge che ne conseguiranno così come prevede in queste circostanze il testo unico degli Enti locali”.
In questa situazione l’art. 243 quater comma 7 del Tuel prevede l’applicazione dell’art. 6 comma 2 del dlgs 149/20011 con il prefetto che assegna al Consiglio Comunale il compito di esprimersi, entro 20 giorni, sul dissesto finanziario dell’Ente.