Da lunedì Michele Fioroni, come certificato dal selfie all’ingresso del palazzo del Broletto, ha iniziato a lavorare nel suo ufficio da dove coordinerà le politiche in materia economica e per l’innovazione tecnologica dell’Umbria.
Quelle deleghe, in sostanza, rimaste orfane al Comune di Perugia, dove Romizi sta pensando alla successione. Per il sindaco è l’occasione per portare in Giunta Matteo Grandi, che avrebbe già voluto a fianco a sé a primavera, all’inizio del suo mandato bis. Allora, le pressioni dei partiti e la necessità di equilibrare il Manuale Cencelli che teneva sulla mano destra e il libro dei sogni sulla sinistra, unitamente ai molteplici impegni fuori Perugia del giornalista e autore tv, non avevano consentito di far approdare in porto l’operazione.
Ma il sindaco ora è intenzionato a riprovarci, convinto che le idee di Grandi possano dare quel tocco “smart” alla sua Giunta. Magari con un mini-rimpasto delle deleghe, che preveda il trasferimento di alcune partite seguite da Fioroni (su tutte le pratiche Mercato Coperto e Turreno) all’assessore all’Urbanistica Margherita Scoccia.
Le alternative
I nomi alternativi a quelli di Matteo Grandi rispondono ad esigenze diverse. Sempre nel solco dell’innovazione, anche se più sotto il versante tecnologico che non nei contenuti creativi, quello del manager di Fastweb Michele Giottoli. Un nome che era già nelle opzioni di giugno.
L’avvocato Gianluca Laurenzi, che ha accompagnato Fioroni fino alle porte di Palazzo Donini, darebbe invece una continuità di pensiero con l’opera dell’assessore uscente. Un altro avvocato, Francesco Gatti, vede il suo eventuale ingresso complicato dalle appartenenze d’area.
La volata verso la Capitale verde europea ha fatto risalire le quotazioni dell’ex vice sindaco Urbano Barelli, che il risultato delle urne ha lasciato fuori da Palazzo dei Priori.
Sempre che Forza Italia non torni a rivendicare una visibilità politica all’interno dell’esecutivo, sindaco a parte. E che Fratelli d’Italia, nella cui area gravitava il tecnico Michele Fioroni, concordi sul nome del sostituto. Il partito di Giorgia Meloni tiene caldi da giugno i nomi di Riccardo Mencaglia e Paolo Befani. Ipotesi oggi più difficili.
“Sarà un travaglio” profetizza un esponente della maggioranza. Vedremo se avrà ragione, almeno sui tempi di attesa per avere il nuovo assessore.