Continua ad Assisi la protesta delle realtà imprenditoriali che vivono di turismo, oggi totalmente azzerato. Colpiti duramente dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria, penalizzati nei mersi scorsi, nel caso dei negozi di souvenir e similari, anche dall’ordinanza regionale che ha imposto la chiusura per tre domeniche di fila prima che l’Umbria diventasse zona arancione, non sono tra i beneficiari di alcuna forma di ristoro.
“Si può vivere con 2.200 euro in un anno?”, la domanda retorica. #noidimenticati continua dunque a essere l’hashtag che, anche venerdì 5 marzo dalla piazza inferiore di San Francesco, ha accompagnato la manifestazione dei commercianti, ma non solo, di Assisi, che vogliono rappresentare anche il malessere dei colleghi degli altri territori ad alta vocazione turistica dell’Umbria. Solo nel centro storico di Assisi ci sono 300, tra bar, ristoranti, negozi di coccetti, pizzerie e varie, che rischiano di chiudere.