Sara Mnciaroni
“Abbiamo bisogno di risposte. Perché il silenzio non porta da nessuna parte”. Chi parla è Giordano Mangano presidente del comitato “Piazza Grimana e dintorni”. Non certo la stessa folla del 2 settembre al nuovo incontro del comitato, ma quella di ieri sera voleva essere di fatto la prima riunione “tra colleghi” (residenti, studenti e commercianti), per diventare operativi e non disperdere le energie dell'iniziativa di settembre. I primi saluti sono quelli del Rettore della Stranieri Giovanni Paciullo, non presente ieri, ma da sempre vicino alle iniziative del Comitato.
“Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo”. Sono le parole tratte dal memoriale di Adriano che Brunello Cucinelli, mecenate delle opere di restauro all'Arco Etrusco, ha scelto di riportare nella targa esposta sull'opera, ma oggi diventano un simbolo. A spiegarlo Francesco Federico Mancini (professore di storia dell'arte all'Università di Perugia): “Piazza Grimana per importanza è la seconda della città e si trova in uno stato di degrado mostruoso, da vergognarsi. Tutti ci invidiano una piazza come questa e noi l'abbiamo portata ad un livello di deprivazione impressionante. Abbiamo appena iniziato il recupero dell'arco etrusco ma che cosa sarà dell'arco etrusco una volta restituito alla città ? Verso quale situazione ambientale questo edificio andrà ad affacciarsi?”. “Dobbiamo proseguire insieme perché la città ha bisogno di fare incontrare i residenti, questa città ha perso la sua caratteristica, la sua identità sociale condivisa”, sono le prime parole di Urbano Barelli di Italia Nostra, al tavolo dei relatori.
L'indifferenza. “Ho raggiunto la consapevolezza che l'assemblea del 2 settembre rimarrà una cosa a parte, difficilmente sarà replicabile – spiega Giordano Mangano – Questa prima assemblea tra di noi vuole raccogliere soprattuto i residenti e i commercianti e i primi a dover fare pubblicità siete voi, parlate con le persone, con i vostri vicini e levate l'indifferenza. Vedo tanta indifferenza. Soprattutto da parte dei commercianti più anziani, perchè sono ad un passo dalla pensione e il loro interesse è calato”.
Anche la periferia, si deve prendere in carico il centro storico. “Tutti quanti associazioni – continua – e comitati allora forse si può fare qualcosa. I soliti benedetti punti che come al solito vengono portati alle amministrazioni poi restano solo le chiacchiere. Mi hanno detto che sono polemico, che sono il cioccolataio matto, ma in questi anni ho solo visto fogli e documenti messi là. Non si vogliono affrontare i problemi”.
Situazione cambiata. Certo la situazione da dopo il 2 in piazza Grimana è cambiata, si è notato un miglioramento. “Ma perchè fino a quella data si era arrivati al limite – spiega Mangano – la piazza era preda degli spacciatori. IL territorio era stato conquistato da bande di spacciatori. Ora che la foresta pluviale è stata tagliata le cose sono migliorate. Si sono messe le telecamere. Ma ci sono ancora problemi strutturali.
Mentalità di centro storico. Poi Mangano fissa dei punti: “Gli amministratori di questa città devono avere la mentalità di centro storico, da capitale della cultura. Il decoro urbano: Cinque cartelli che indicano il divieto di Ztl e nemmeno uno che indica l'arco etrusco. Per non fare entrare le persone in centro storico si mettono cinque cartelli, ma nemmeno uno per l'Arco”.
Facciamo qualcosa. “Allora dico ci sono i rioni, ci sono le associazioni? Facciamo qualcosa – ed ecco la proposta di Mangano – C'era la guerra dei sassi una volta, ripartiamo da qualcosa che c'era”. Il sogno di Mangano sembra appunto quello di ripartire da una manifestazione di rievocazione che sia in grado di riaggregare la popolazione e riportare luce su quella zona d'ombra che negli anni è diventato il quartiere. “Quello che è stato è stato gli errori ci sono stati. Ma le proposte ci sono. Questa città deve essere la città degli studenti, dei residenti, dei turisti? Chiediamo, ma qualcuno ci deve rispondere. Qualcuno si assuma la responsabilità di dire che i costi dei parcheggi non possono essere diminuiti, che i minibus non possono essere fatti. Qualcuno si assuma la responsabilità di dare risposte. Il decoro urbano, per voi va bene così? Qualcuno si prenda la responsabilità di dirlo. Almeno noi associazioni mettiamoci insieme fissiamo tre o quattro punti e su quelli andiamo avanti”.
Il senso degli interventi è chiaro, senza memoria si perde il rispetto dei luoghi. Qualche risultato con le proteste lo si è raggiunto con maggior presenza delle forze dell'ordine e qualche piccolo intervento, ma la vera svolta sta nel cambiamento di mentalità.
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