Dopo giorni di silenzio e dopo i due giorni di sciopero, il Gruppo Colussi replica agli operai, definendo “incomprensibili” le ragioni della protesta (sciopero e stato di agitazione), chiedendo ai sindacati una data certa per un confronto sulla proposta inviata il 17 dicembre e offredo un “quadro complessivo” della vicenda.
Il Gruppo ricorda i tre anni di solidarietà e il licenziamento di parte dei lavoratori, ma rivendica che la seconda metà del 2018 “ha visto incrementare i volumi produttivi e quindi i turni per i lavoratori della Colussi di Petrignano. Il percorso sopra ricordato è il frutto di un importante confronto sindacale che – se pur aspro in alcuni momenti – è stato sancito da un accordo collettivo con le organizzazioni sindacali alimentari di Cgil, Cisl e Uil ottenendo il prezioso risultato di dimezzare il numero degli esuberi grazie all’impegno di tutte le parti e condividere le condizioni organizzative necessarie per avviare un considerevole piano di investimenti sullo stabilimento assisano”.
A maggio l’azienda e i sindacati hanno firmato il contratto integrativo di gruppo. Esso è stato osteggiato – riconosce l’azienda – da una parte dello stabilimento di Petrignano, negli altri stabilimenti è stato invece firmato e applicato, mentre proprio nello stabilimento di Petrignano, tale accordo non è stato firmato visto che le trattative per i vari aspetti si sono interrotti dopo le dimissioni di parte delle Rsu. Colussi ritiene dunque “riduttivo sostenere che l’Azienda si rifiuta di pagare un premio di produzione quando non solo non è stato firmato l’accordo di stabilimento per Petrignano, ma neanche sono stati fissati i parametri”. In questo caso – come peraltro riportato all’epoca da Tuttoggi – l’azienda si ritiene una “mera spettatrice” della vicenda.
Le critiche sulle turnazioni vengono bollate come “pretestuose o denotano una scarsa conoscenza della realtà che vivono le industrie alimentari”, e in generale l’azienda si augura che ci si confronti su una proposta fatta pervenire ai sindacati il 17 dicembre. Ma in generale, Colussi ritiene “assolutamente indecifrabile il comportamento delle organizzazioni sindacali di Petrignano che hanno proclamato le iniziative di sciopero e le agitazioni sindacali con un tavolo del confronto aperto e che non hanno (ancora) fornito una data per il confronto e anzi hanno avviato delle agitazioni sindacali esclusivamente finalizzate a mettere in difficoltà l’Azienda. Esse – conclude la nota del gruppo – appaiono davvero incomprensibili considerando lo sforzo messo in atto dal Gruppo per rilanciare lo stabilimento di Petrignano che nel biennio 2018/2019 è destinatario di circa 15 milioni di investimenti che saranno utilizzati per nuove modalità di stoccaggio delle materie prime nonché per nuove linee produttive, ed evidentemente rimane invariata l’attenzione alla manutenzione programmata per le linee presenti la cui longevità dimostra l’attenzione manutentiva del Gruppo per le macchine stesse”.