Per la Corte d'Appello di Perugia non sussistono né l'urgenza dell'arresto né il pericolo di fuga, il 47enne imprenditore se ne torna nella sua casa di Lama (San Giustino) | Ora il Ministero dovrà esprimersi sull'eventuale estradizione
Ennesimo colpo di scena nella infinita vicenda riguardante il “naufrago” Davide Pecorelli. Il giudice della Corte d’Appello di Perugia Andrea Battistacci non ha infatti convalidato l’arresto del 47enne imprenditore di San Giustino, finito in carcere proprio due giorni fa (sabato 10 dicembre) con un mandato di cattura internazionale per i reati che avrebbe commesso in Albania.
Accusato di ben 5 reati nel paese balcanico – frode, profanazione di tombe, “azioni che impediscono la scoperta della verità”, distruzione di beni mediante incendio e attraversamento illegale del confine di Stato – Pecorelli è stato rimesso in libertà su richiesta della Procura Generale, rappresentata da Sergio Sottani, perché, oltre ai fatti ormai datati, per i quali verrebbe meno l’urgenza dell’arresto, non ci sarebbe pericolo di fuga da parte dell’imprenditore.
Il 47enne, in effetti, dal momento del ritorno in Umbria, a Lama (San Giustino) – come ha fatto sapere l’avvocato difensore Andrea Castori anche prima dell’udienza – ha sempre lavorato, si è occupato dei figli e si sarebbe pure messo a studiare per conseguire una laurea in ingegneria. Ora non resta che attendere la decisione del Ministero della Giustizia, che entro 30 giorni dovrà esprimersi sull’eventuale estradizione verso l’Albania.