Grazie alla collaborazione di diversi teams medici, sono stati realizzati, al Santa Maria di Terni, due interventi chirurgici di alta specialità.
Il primo, eseguito nel settore dell’oncologia complessa, ha coinvolto sia Chirurgia Digestiva e d’Urgenza, sia Ginecologia e Ostetricia. Il secondo, invece, ha visto l’interazione tra Neurochirurgia, Otorinolaringoiatria, Chirurgia Vascolare e Chirurgia maxillo-facciale.
Durante il primo intervento hanno interagito il dottor Parisi, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia Digestiva e d’Urgenza, e il dottor Borrello, direttore della Struttura Complessa di Ginecologia e Ostetricia. La paziente presentava una diffusione tumorale avanzata, che coinvolgeva multipli organi all’interno dell’addome. Pertanto, è stato necessario procedere con la “Citoriduzione”, ossia il tentativo di rimuovere in modo radicale tutte quelle strutture anatomiche che presentano lesioni tumorali.
L’intervento ha permesso di associare al tempo chirurgico una fase successiva di infusione di farmaci chemioterapici. Questa procedura, eseguita in sala operatoria e combinata allo stesso intervento di citoriduzione, prende il nome di HIPEC (Chemioterapia Intraperitoneale Ipertermica); solo pochi centri in Italia, tra cui il Santa Maria di Terni, sono attrezzati per questo tipo di trattamento.
Il secondo intervento, nell’ambito della Neurochirurgia, ha riguardato l’asportazione di un tumore alla base del cranio in un paziente di 43 anni. Il dottor Conti, primario della Struttura Complessa di Neurochirurgia, ha eseguito e coordinato l’intervento, durato circa 8 ore. Con lui l’equipe di Otorinolaringoiatria, di Chirurgia Vascolare e di Chirurgia maxillo-facciale. Il tutto con il continuo monitoraggio neurofisiologico coordinato dal dottor Domenico Frondizi, responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Neurofisiologia.
“L’eccezionalità dell’intervento – spiega il dottor Conti – sta proprio nella collaborazione tra specialisti e nella multidisciplinarietà, che nell’Azienda Ospedaliera di Terni è diventata un metodo e una filosofia di lavoro. “Ogni caso clinico – conclude – viene sempre discusso collegialmente, al fine di garantire una risposta completa al paziente, dal miglior inquadramento diagnostico a tutto l’iter terapeutico”.