Sa.Mi.
Due imprenditori di Città di Castello sono stati denunciati per contrabbando in seguito ad un'operazione della Guardia di Finanza che ha portato al sequestro di oltre 10 tonnellate di tabacco da fumo camuffato da profumatore d'ambiente. Una truffa da quasi un milione di euro per eludere le accise sui tabacchi ed esportare in diversi paesi dei sacchetti colorati di pout pourri che in realtà erano in tutto e per tutto tabacco di ottima qualità nella sua penultima fase di lavorazione. Nell'operazione sequestrati anche i macchinari per l'imbustamento e la preparazione delle confezioni.
A seguito di un’attività investigativa della Guardia di Finanza di Città di Castello, coordinata dal Comando Provinciale di Perugia, durata circa quattro mesi è stato accertato che i due imprenditori dell’alta valle del Tevere avevano costituito un’azienda operante nel settore del tabacco che commercializzava un prodotto venduto come “pot-pourri” (profumatore d’ambiente) in sacchetti trasparenti da gr. 100 di colore giallo, rosso e verde o in confezioni all'ingrosso di Kg.5, sotto forma di tabacco semilavorato aromatizzato. Con questo sistema la società poteva vendere il prodotto sottraendolo al pagamento dell'accisa e degli altri diritti dovuti.
In realtà il prodotto, proprio per le sue caratteristiche fisiche, è risultato essere tabacco frazionato che poteva essere consumato senza successiva trasformazione industriale, considerandolo a tutti gli effetti come “altro tabacco da fumo” come peraltro confermato dal un’analisi dello stesso. Il prodotto sequestrato era stoccato all’interno di un capannone industriale ed era pronto per essere spedito a distributori all’ingrosso nazionali e comunitari e commercianti al dettaglio di prodotti da fumo e rivendite di monopolio, per un’accisa evasa stimata in oltre 660.000 euro.
Oltre al tabacco sono stati sottoposti a sequestro anche varie attrezzature, un macchinario per il confezionamento del prodotto e additivi chimici che dovevano aromatizzare il prodotto, peraltro posto in vendita senza alcuna indicazione o avvertenza sanitaria sulle confezioni. Particolare attenzione è stata posta dai finanzieri altotiberini sulla documentazione fiscale riscontrando che alcune fatture di vendita di un ingente quantitativo di tabacco pot-pourri destinato in Romania recavano anche l’indicazione di alcune macchinette distruggi documenti delle quali non vi era alcuna traccia di acquisto in contabilità.
Tecnicamente l’articolato sistema di frode scoperto avrebbe consentito all'azienda di ricavare un notevole profitto derivante dalla commercializzazione del prodotto sotto forma di “pot-pourri”, scontando alla vendita solo l'imposta sul valore aggiunto ed eludendo l’altra componente fiscale dell'accisa pari al 56%. Complessivamente Il danno per l’Erario per i diritti dovuti – costituiti dall’accisa evasa – dall’IVA e dal dazio doganale dovuto è stato stimato in oltre 1 milione di euro.
I due imprenditori sono stati segnalati all’Autorità giudiziaria per il reato di contrabbando in concorso di cui alla Legge n.907/1942, e n. 27/1951 in relazione all’art. 39 bis del D.Lgs. n.504/95.
Articolo modificato alle 17.30