Parla di “una situazione di particolare gravità” circa la presenza dei cinghiali in Umbria il documento istruttorio che ha portato all’approvazione, da parte della Giunta regionale nella giornata di mercoledì 15 febbraio, di una nuova delibera, la n. 141/2023.
In particolare, si riduce il termine previsto per gli interventi di urgenza fissandolo a 4 ore dalla
segnalazione o richiesta da parte dell’agricoltore all’Atc territorialmente competente.
Per il territorio della provincia di Perugia, sia per gli interventi programmati che per quelli di urgenza svolti durante le ore notturne sarà sufficiente la presenza di un solo addetto alla vigilanza. Misure, queste, che saranno efficaci fino alla data di apertura della caccia al cinghiale del prossimo Calendario venatorio.
Sempre secondo la delibera, gli interventi in questione devono essere attuati “da cacciatori formati iscritti
agli Atc o dai proprietari o dai conduttori dei fondi nei quali si attuano i piani purché in possesso di regolare e valida licenza di caccia e specificamente formati”.
Tali interventi urgenti devono essere effettuati nel rispetto dell’art. 19 della Legge 157/1992 e nell’ambito delle attività previste dal Piano di contenimento della specie cinghiale oltre che ai sensi dell’art. 28 comma 1 della L.R. 14/1994.
Gli interventi in questione, infine, devono essere coordinati dagli agenti dei corpi di polizia provinciale competenti per territorio. Aspetto, questo, che stanno vagliando le associazioni venatorie, visto che al momento risulta che la Regione abbia stipulato una convenzione solo con la polizia provinciale di Terni e per determinate attività. Del resto, le associazioni venatorie, formalmente, sembra che non siano state informate della volontà della Giunta regionale di procedere con questa delibera.