Lotta totale al proliferare di cinghiali e altra fauna selvatica, anche nelle aree urbane e in quelle protette. Il via libera è contenuto nell’emendamento alla Manovra a firma del capogruppo FdI alla Camera, Tommaso Foti. Un emendamento che ha avuto il via libera dalla Commissione Bilancio di Montecitorio e che dunque si appresta ad essere approvato con la fiducia che il Governo porrà sulla manovra.
In base alla nuova norma, si potrà sparare agli animali, pure nelle aree protette e urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio per fronteggiare un numero eccessivo di cinghiali ed altra fauna selvatica. Ma non si tratta di una totale deregulation. Servirà infatti che ciascuna Regione autorizzi piani di controllo numerico della fauna mediante abbattimento o cattura. Si certifica a livello nazionale, insomma, quanto singolarmente le Regioni già prevedevano, in caso di necessità, per alcune aree. Come i centri abitati, quando le Prefetture autorizzano prelievi per questioni di sicurezza.
Si consentono in più, sempre dietro consenso delle singole Regioni, i contenimenti all’interno delle aree protette. Questo perché si lamenta il fatto che le popolazione dei cinghiali e degli altri animali selvatici aumentino perché si possono riprodurre in modo indisturbato all’interno delle aree protette.
Il tutto – ed è questa un’altra novità importante – senza la necessità del preventivo nullaosta dell’Ispra. La norma prevede per le Regioni solo l’obbligo di avere un parere, non vincolante.
Alla redazione dei piani di abbattimento, su incarico delle Regioni, provvederanno i cacciatori che abbiano seguito specifici corsi di formazione, coordinati dalle polizie provinciali o regionali.
Le carni degli animali abbattuti potranno essere destinate al consumo alimentare previa analisi igienico-sanitaria, come già previsto dall’attuale normativa.
La maggioranza, accogliendo anche le istanze delle associazioni degli agricoltori, ritiene che il proliferare di cinghiali ed altri animali selvatici sia un problema nazionale. Tant’è che nell’emendamento si fa riferimento ad un Piano straordinario di contenimento e gestione della fauna selvatica quinquennale, che dovrà essere coordinato e attuato dai carabinieri forestali, ovviamente con il concorso dei cacciatori specializzati nel contenimento.
Soddisfatto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Dicastero al quale, secondo un emendamento che ha avuto l’ok in Commissione Senato relativamente alla riorganizzazione delle funzioni ministeriali, dovrebbe passare la materia della fauna selvatica, ora in capo al Ministero dell’Ambiente.
Il provvedimento è invece fortemente contestato dai parlamentari di Alleanza Verdi e Sinistra. E ovviamente dalle associazioni animaliste (Wwf, Lipu, Legambiente, Enpa, Lac, Lav), che parlano di “strage di animali selvatici” e lamentano rischi per la pubblica incolumità, soprattutto riguardo la possibilità di batture di contenimento autorizzate all’interno di centri abitati.
Di fronte all’impossibilità di far ritirare l’emendamento in Aula, le ambientalisti e animalisti annunciano un esposto in sede europea.