Cinghiali, contrordine: niente battute a settembre

Cinghiali, contrordine: niente battute a settembre

Massimo Sbardella

Cinghiali, contrordine: niente battute a settembre

Mar, 14/09/2021 - 10:03

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La Regione dopo il parere dell'Ispra: contenimento in braccata solo dopo il 3 ottobre | Gli agricoltori: danni anche dagli storni | Rischio aumento quote

Cinghiali, contrordine: niente battute a settembre. La Regione, dopo il parere dell’Ispra, annulla la proposta emersa nel Tavolo sul cinghiale di prevedere tre giornate di battuta prima dell’avvio della caccia al cinghiale il 3 ottobre. Un Tavolo al quale gran parte delle associazioni venatorie non avevano partecipato, per protestare contro l’assessore Morroni e la Regione, da cui lamentano di non essere ascoltati.

In quella sede, visto anche l’allarme lanciato dagli agricoltori, per i quali mai come in quest’anno in Umbria ci sono così tanti danni alle colture provocati dai cinghiali, si era deciso di prevedere battute di contenimento prima dell’avvio della caccia agli ungulati. Addirittura inizialmente si era pensato un via libera il 19 settembre, giorno dell’apertura del Calendario venatorio generalista. Poi si era concordato di consentire le battute al cinghiale nelle giornate del 23, 26 e 30 settembre.

Lo stop alle battute al cinghiale

Ora la Regione ha comunicato agli Atc (gli altri soggetti invitati al Tavolo sul cinghiale) che la proposta di interventi di contenimento in braccata nel mese di settembre non è percorribile, “esaminati i pareri dell’Ispra“. “L’utilizzo di tale tecnica – si legge nella comunicazione d ella Regione – è possibile esclusivamente nel periodo in cui il Calendario venatorio prevede la caccia al cinghiale e cioè dal 3 ottobre 2021 al 2 gennaio 2022“.

Cacciatori e agricoltori scontenti

Una decisione che scontenta sia i cacciatori, sia gli agricoltori. Che sono anche alle prese con i danni provocati dagli storni, visto che per questa specie non è stata prevista la deroga.

Tra le associazioni venatorie, poi, c’è malumore per la voce su ulteriori aumenti delle quote degli Atc (l’ipotesi è di 25 euro), proprio in virtù della previsione di un aumento dei danni da risarcire.

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