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“Cinghiali, cambiare o stop al servizio di contenimento e selezione”

Sciogliere i nodi sul cinghiale, altrimenti sarà fermato il servizio di contenimento e selezione. E’ quanto minaccia il CPA in Umbria, di fronte alla mancanza di gestione lamentata per la caccia al cinghiale, che sta determinando tanti problemi anche per chi non pratica questa forma di caccia.

La mancata gestione del problema cinghiale

I dirigenti regionali del C.P.A. Umbria – Angelo Liurni (presidente regionale), Paolo Pazienza (presidente provinciale Terni) e Marco Federici (presidente provinciale Perugia) – tornano a chiedere ai vertici della Regione preposti a tale compito di intervenire immediatamente. “Visto che comunque quello che si sta facendo – accusano – non è di sicuro il modo migliore per risolvere il problema cinghiale. E tantomeno il modo sicuro – aggiungono – viste le modalità degli interventi alle quali sono sottoposti giornalmente i cacciatori abilitati all’attività di contenimento e selezione, che pur svolgendo un servizio gratuito a favore di tutti gli Enti, degli agricoltori e della collettività, non hanno ancora una regolamentazione chiara, dettata da quel ‘benedetto’ DGR 95, che comunque mette molti veti alla reale gestione che si dovrebbe fare per questa specie, dal numero dei capi da abbattere, all’inesistente filiera delle carni tanto blaterata, fino alle modalità della gestione della selvaggina”.

Il rapporto con gli agricoltori

Il CPA ritiene che sia comunque doveroso dare un supporto anche al mondo agricolo, che in questo momento sta accusando pesanti colpi a causa dei cinghiali, specie attualmente mal gestita, “non per colpa dei cacciatori”. Quanto alla nascita di un nuovo soggetto associativo, promosso da Coldiretti, CPA Umbria esprime la propria contrarietà, “perché andrebbe a toccare la Legge 842 che al momento è l’unica tutela per tutti coloro che praticano le attività rurali e andrebbe a diminuire il territorio libero per la caccia, sostituendolo ad Enti a gestione privata, cosa per noi inaccettabile”.

Bloccare il Dgr 95

Per questo il CPA chiede alla Regione, attraverso i tecnici del settore, che venga momentaneamente bloccata l’efficacia del Dgr 95. “Perlomeno fino a quando – precisa il CPA – non si darà la possibilità agli ATC di fare un unico regolamento, che comunque metterà in condizioni anche loro di far fronte a questa emergenza, visto lo smisurato e continuo aumento delle quote da rimborsare per i danni causati dai cinghiali”.

Blocco del servizio di contenimento e selezione

“Non è una minaccia – chiariscono Liurni, Pazienza e Federici – ma la posizione del CPA regionale Umbria è che, arrivati a questo punto già ben oltre il limite, se a breve non si prenderanno provvedimenti efficaci e chiari, non garantiremo il nostro servizio di contenimento e selezione, tentando di coinvolgere anche tutti gli altri soggetti preposti a tali compiti, a partire dai capidistretto per arrivare fino ai presidenti degli ATC Umbri, con tutte le conseguenze del caso. Responsabilmente, e sempre e comunque con lo spirito collaborativo che ci contraddistingue – concludono i dirigenti del CPA – ci auguriamo di non dover arrivare a tanto”.