Cinghiali, Arci Caccia difende gli Atc e attacca la Regione: sospendiamo i controlli

Cinghiali, Arci Caccia difende gli Atc e attacca la Regione: sospendiamo i controlli

Redazione

Cinghiali, Arci Caccia difende gli Atc e attacca la Regione: sospendiamo i controlli

Mer, 26/05/2021 - 18:24

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Il presidente Bennati bolla come "populista" l'azione unitaria sul bilancio promossa da Federcaccia, Libera Caccia ed Enalcaccia

Lo scontro all’interno dell’Atc1 sul bilancio, legato all’ipotesi di aumentare le quote per i cacciatori delle squadre cinghialiste che non hanno raggiunto il livello di abbattimenti fissato, ha portato anche ad una frattura tra le associazioni venatorie. Con Federcaccia, Libera Caccia ed Enalcaccia che hanno criticato la posizione di Arci Caccia.


Cinghiali e Atc, il documento unitario
di Federcaccia, Libera Caccia ed Enalcaccia


“Un attacco del tutto gratuito”, replica il presidente di Arci Caccia Umbria, Emanuele Bennati. Che spiega: “La posizione di Arci Caccia è stata chiara fin dal 2015 anno in cui con la compiacenza di molti fu fatto approvare un regolamento contorto che solamente penalizzato i cacciatori di caccia al cinghiale e che ha introdotto la legittimazione del regolamento n.5, eravamo contrari allora e lo siamo anche oggi”.

Il regolamento n. 34

Per Arci Caccia il colpo mortale alla caccia al cinghiale a cui fanno riferimento Federcaccia, Enalcaccia e Libera Caccia è stato sferrato con la modifica del regolamento n. 34 e da chi ha sostenuto tale modifica. 

E difende l’operato dell’Atc: “La responsabilità non va cercata nell’operato dell’Atc, ma nella latitanza della Regione nel rispondere alle richieste formulate dalle Associazioni venatorie tutte, sulla copertura dei danni da cinghiale relativi all’anno 2020, anno in cui, a causa della pandemia le squadre non hanno potuto esercitare la caccia cinghiale in maniera regolare, non per volontà propria ma per le motivazioni che tutti conosciamo”.

Arci Caccia contro la Regione

Bennati ricorda che lo scorso anno l’Atc 1 ha richiesto alla Regione Umbria di far fronte all’ammanco dei fondi per i risarcimenti dei danni, con i fondi propri. E che la stessa Regione ha vietato all’Atc l’utilizzo degli stessi, chiarendo che le risorse mancanti devono derivare dall’applicazione del regolamento regionale e che un utilizzo diverso delle risorse sono ipotizzabili solo ed esclusivamente previa modifica del vigente regolamento.

“Appare evidente – la conclusione di Bennati – che qualcuno abbia paura di disturbare il macchinista, pertanto se la prende con gli Arc Perugia 1 e Terni 3, anziché con chi fino ad oggi non ha risposto alle richieste legittime delle associazioni venatorie”.

Per Arci Caccia “le mancanze della Regione in questi mesi non possono essere scaricate nei sui cacciatori ne sull’Atc come anche qualche esponente della maggioranza sta facendo”. Il riferimento è al consigliere della Lega Valerio Mancini, che ha chiesto l’azzeramento dei vertici degli Atc 1 e 3.

“Non questo è il modo di affrontare il problema- prosegue Bennati – che nasce da un regolamento capestro e contorto sul quale nessuna amministrazione regionale presente e passata si è resa disponibile ad una modifica”.

Regolamento n. 5 e selecontrollori

Arci Caccia invita la Regione Umbria a chiarire anche se con l’approvazione del regolamento della caccia di selezione agli ungulati, il regolamento regionale n.5 del 2010 verrà applicato anche ai selecontrollori della specie cinghiale, visto che il regolamento prevede che tutti gli operatori iscritti al distretto, in caso di mancato raggiungimento del piano di abbattimento saranno chiamati a corrispondere le somme necessarie per l’indennizzo di eventuali danni causati dalla mancata realizzazione del piano stesso.

Arci Caccia: sospendere le attività di controllo sul cinghiale

Finche la Regione Umbria non chiarirà se intende far fronte al pagamento dei risarcimenti agli agricoltori con ulteriori risorse derogando l’applicazione del regolamento regionale Arci Caccia ritiene quanto mai opportuno che in difesa degli interessi dei cacciatori, gli stessi sospendano qualsiasi intervento di controllo della specie, invitiamo i nostri iscritti e le nostre guardi volontarie a sospendere tutte le attività controllo della specie cinghiale.

“Ci dispiace per gli amici agricoltori – conclude Bennati – con i quali abbiamo sempre collaborato, ma la situazione che si è venuta a creare e la mancanza di una risposta da parte della Regione, ci impone di uscire dagli schemi di collaborazione che sempre hanno contraddistinto il mondo venatorio”. 

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