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Cimitero San Sabino, l’esproprio costa al comune 56mila euro

Il comune di Spoleto pagherà 56.493 euro per acquisire a titolo definitivo le aree del cimitero di San Sabino di cui, stando alle sentenze del Tar prima e del Consiglio di Stato poi, si era indebitamente impossessato. Sentenze, specialmente quella del massimo organo della giustizia amministrativa, che avevano suscitato grande scalpore in città, ma che allo stesso tempo avevano lasciato una ‘via d’uscita’ all’ente grazie all’articolo 42 bis del DPR 327 del 2001, meglio conosciuto come Testo Unico sulle espropriazioni per pubblica utilità. L’amministrazione, in sostanza, avrebbe potuto effettuare un’acquisizione postuma dei circa 6mila metri quadrati mai correttamente espropriati pagando un indennizzo ai legittimi proprietari.

Proprio la soluzione adottata da un’apposita delibera di giunta il 18 aprile del 2013 (c’era ancora la giunta Benedetti). Il documento disponeva l’esproprio tramite indennizzo come unica via per risolvere la querelle. Sarebbe stato impossibile, infatti, pensare al ripristino dello stato originario del luoghi, visto che nel tempo l’ente vi aveva autorizzato la costruzione di loculi, edicole sacre e cappelle funerarie. Passaggio obbligato per individuare la cifra era la redazione dei frazionamenti catastali dell’area, operazione avviata nel maggio dello scorso anno e approvata il 13 giugno dall’ufficio provinciale di Perugia dell’Agenzia delle Entrate, da cui il comune ha ottenuto il ‘piano particellare definitivo di esproprio’.

Si arriva cosi alla determina dirigenziale del 29 luglio scorso, pubblicata solo oggi all’albo pretorio online del comune. Partendo dalla sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale che “individuava come riferimento per l’attribuzione del valore delle aree in oggetto i dati della tabella ufficiale dei valori agricoli medi per tipo di coltura”, il comune ha ritenuto di dover corrispondere ai fratelli proprietari dei terreni, che tramite il ricorso inoltrato dall’avvocato Giuseppe La Spina avevano portato alla luce la vicenda, un’indennità di esproprio di 56.493 euro. 52.038 al proprietario di quattro delle cinque particelle per una superficie totale di 5.782 metri quadrati, 4.455 euro al proprietario di quella rimasta, che misura 495 metri quadrati.

A quanto è possibile apprendere dalla determina però, il proprietario delle 4 particelle non sarebbe d’accordo con la linea adottata dall’amministrazione, manifestando “l’impossibilità di condividere i contenuti della nota del 5 maggio 2014 (quella in cui il comune comunicava l’avvio della procedura di acquisizione delle aree, ndr), oltre altre lamentele in ordine sia al valore da attribuire alle aree che alla presa visione degli atti”. La storia insomma potrebbe non essere finita qui.

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