Grande emozione martedì mattina al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, quando un gruppo di 45 ciclisti della Bartali – Youth Association in Movement (fondazione no-profit fondata dall’ex ciclista israeliano Ran Margaliot), provenienti da 8 paesi diversi (Stati Uniti, Canada, Australia, Germania, Italia, Brasile, Argentina e Israele) è partito in direzione Firenze, salutato dal sindaco Stefania Proietti, dalla curatrice del Museo Marina Rosati e da Gioia Bartali, nipote del ciclista.
La missione di questo pellegrinaggio della Bartali – Youth Association in Movement è unire le persone attraverso la passione del ciclismo, portando un messaggio di pace, amore e speranza, ispirandosi all’esempio di Gino Bartali, ricordato all’interno del Museo e arrivando a Firenze, proprio a pochi giorni della grande partenza del Tour de France. I ciclisti, 32 adulti e 13 ragazzi – tra cui 5 giovani tra i 13 e i 17 anni che arrivano dal Kibbutz Nachal Oz, sopravvissuti al massacro del 7 ottobre – percorreranno il tragitto compiuto tante volte da Gino Bartali per trasportare i documenti falsi per salvare gli ebrei.
“Assisi è stata, è e sarà sempre la vostra casa”, il saluto del sindaco Stefania Proietti, mentre a portare l’augurio del vescovo monsignor Domenico Sorrentino è stato il vicario generale della diocesi don Jean Claude Hazoumé, che ha ricordato come “Bartali si sia messo al servizio di un bene superiore. Anche voi seguite questi esempi: auguri e buon cammino a tutti”. Presente anche la nipote di Gino, Gioia Bartali che ha sottolineato che “non c’è un posto come Assisi in cui io senta mio nonno: è la mia seconda casa e qui lo sento vicino. Ogni volta che vi rivedo per me è una grande gioia, a voi mi legano tanti ricordi”.