La Procura di Perugia chiede il processo per 13 persone accusate a vario titolo di falso ideologico, usurpazione di funzioni, truffa aggrava e minacce, a seguito dell’inchiesta sulle finte guardie della fantomatica Sezione speciale di polizia giudiziaria, che operavano in vari comuni dell’Umbria.
Gli indagati facevano parte di un’associazione, con sede in Alto Tevere, accreditata in Regione pur senza avere i necessari titoli, che operava con incarichi di protezione civile in occasione di concerti e altre manifestazioni pubbliche, ausiliari del traffico, assistenza alla popolazione. Alcuni degli appartenenti si erano anche presentati come guardie zoofile.
Il tutto, utilizzando mezzi e divise simili a quelli delle forze di polizia, con tanto di lampeggianti e palette, con cui effettuavano posti di blocco ed emettevano verbali. Anche stipulando convenzioni con vari Comuni e con l’Agenzia forestale regionale.
L’inchiesta era partita tre anni fa dalla polizia locale di Magione e dal personale del servizio randagismo della Asl1. Per 13 delle 17 persone finite nel registro degli indagati la Procura di Perugia chiede il rinvio a giudizio nell’udienza preliminare fissata per il 22 febbraio.
Il consigliere regionale Tommaso Bori e la consigliera comunale del Pd Sarah Bistocchi chiedono che Regione Umbria e Comune di Perugia si costituiscano parte civile nell’eventuale processo.
Bori inoltre, con un’interrogazione, aveva chiesto se la Regione Umbria avesse versato o meno somme a sostegno di tale associazione. E se, a seguito delle numerose segnalazioni ricevute, si sia mai adoperata per effettuare controlli sull’attività svolta dall’Aeop nell’esecuzione degli incarichi ad essa affidati. Apprendendo in aula che la Giunta regionale aveva versato a questa associazione 20mila euro.
“Ciò dimostra – il commento dell’esponente dem – con quanta leggerezza siano stati effettuati i controlli su un’organizzazione che è risultata del tutto inadatta a svolgere funzioni come quelle relative ai servizi affidati nell’ambito della protezione civile. Ci auguriamo pertanto che, a seguito di una vicenda scabrosa come questa, che ha visto vessati e multati ingiustamente tanti cittadini della provincia di Perugia, il livello di attenzione e la qualità dei controlli venga sensibilmente aumentata. In questo modo – aveva concluso Bori – nessun altro analogo soggetto potrà appropriarsi indebitamente di funzioni di polizia e di controllo, finendo per gettare discredito su tutto il mondo delle organizzazioni di protezione civile la cui opera meritoria, invece, va preservata e valorizzata”.