La Chiesa eugubina ricorda i martiri Mariano e Giacomo, i due santi ai quali è dedicata la Cattedrale, la grande aula liturgica edificata e ampliata tra il XIII e XIV secolo nella parte alta del centro storico.
Secondo la tradizione e la testimonianza di uno dei loro compagni, Mariano e Giacomo facevano parte del gruppo dei martiri di Lambesa in Numidia, nella parte nord-orientale dell’attuale Algeria. La loro storia si intreccia profondamente con quella di evangelizzazione dei primi secoli di diffusione del cristianesimo e di persecuzione da parte dell’Impero Romano.
Come narra il ciclo di dipinti nell’abside della Cattedrale di Gubbio, il lettore Mariano e il diacono Giacomo furono arrestati dai magistrati romani, interrogati e torturati. E alla fine decapitati e i loro corpi gettati nelle acque del fiume. Sempre secondo la tradizione le loro reliquie arrivarono a Gubbio – tra il V e il VI secolo – e da secoli si trovano custoditi dall’altare della “chiesa madre” della diocesi eugubina.
Proprio per la loro testimonianza di fede, la Chiesa locale ha sempre associato la loro memoria, come lettore e diacono, al conferimento dei ministeri laicali nella comunità diocesana e in quelle parrocchiali. Una celebrazione che in questo momento di emergenza sanitaria non è possibile organizzare, come noto, ma che il vescovo Luciano Paolucci Bedini intende rinnovare, almeno da un punto di vista simbolico.
Domani infatti, giovedì 30 aprile, il vescovo celebrerà in Cattedrale, alle ore 18, la santa messa per la memoria liturgica dei santi Mariano e Giacomo, “a porte chiuse” ma con possibilità di partecipare attraverso la diretta video sulla pagina Facebook e sul canale Youtube della Diocesi di Gubbio.