Dopo la bufera che ha portato le dimissioni in blocco di tutti i vertici societari della Juventus, anche l’allenatore Massimiliano Allegri e il direttore sportivo, il folignate Federico Cherubini, erano pronti a farsi da parte. Ipotesi respinta da Agnelli, con seguente giro di telefonate – come rivela la Gazzetta dello Sport – ai calciatori, per rassicurarli sulla prosecuzione della gestione sportiva, almeno in questa stagione.
Su Cherubini sono poi uscite diverse intercettazioni, pubblicate dalle varie testate nazionali. Parole che fanno tremare i tifosi bianconeri, che temono penalizzazioni della squadra, con lo spettro, addirittura, di una nuova retrocessione in B, dopo quella seguita all’inchiesta Calciopoli. Perché se la vicenda plusvalenze ha portato ad una doppia assoluzione al termine dell’indagine sportiva che ha coinvolto la Juventus e altri 10 club, ora il timore è sulla manovra stipendi, ipotizzata dalla Procura di Torino.
E tornano i fantasmi di quella Calciopoli che il capo dell’area business della Juventus, Stefano Bertola, evoca con preoccupazione parlando in un locale torinese, il “Cornoler”, la sera del 22 luglio 2021, insieme a Cherubini. I due non sanno che gli inquirenti hanno piazzato delle microspie.
Parlando di Paratici, Cherubini rivela i tentativi fatti, invano, per fermare quel sistema su cui poi la Procura di Torino ha deciso di indagare: “Io l’ho detto a Fabio: ‘E’ una modalità lecita, ma hai spinto troppo’. E lui mi rispondeva: ‘Non ci importa nulla, perché negli scambi se metti 4 o metti 10 è uguale, nessuno ti può dire nulla”. Ribadendo che “Fabio”, Paratici appunto, “ha avuto carta libera”.
Sempre su Paratici, Cherubini racconta: “Si poteva svegliare la mattina e firmare 20 milioni senza che nessuno gli dicesse niente…”.
Anche in un’intercettazione pubblicata da la Repubblica si parla di Paratici senza freni, soprattutto venuto meno il “freno” Marotta. E’ sempre durante quella cena che Cherubini parla del cosiddetto “libro nero di Paratici”, poi trovato dagli inquirenti durante una perquisizione.
La Stampa, quotidiano di Torino, pubblica poi un’intercettazione in cui Cesare Gabasio, capo del pool legale della Juventus, spiega al telefono a Cherubini: “La carta segreta di Ronaldo (Cristiano, ndr) non doveva saltare fuori perché se succede ci saltano alla gola, tutto sul bilancio, i revisori e tutto. E poi ci tocca fare una transazione finta”.
Intanto la Procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio di 12 dirigenti della Juventus e della società, relativamente all’indagine sui bilanci 2019, 2020 e 2021. Le ipotesi di reato riguardano plusvalenze fittizie e manovre sugli stipendi dei calciatori.
Questa la nota ufficiale diramata dalla Juventus:
In riferimento a quanto riportato da alcuni organi di stampa – nel pieno rispetto della magistratura e degli organismi regolatori del mercato, e pur ribadendo la massima fiducia nelle autorità giudicanti – JFC precisa quanto segue.
A seguito dell’avvio del procedimento Consob di accertamento di presunte non-conformità contabili (luglio 2021), conclusosi in data 19 ottobre 2022, con gli esiti resi pubblici da Juventus con i due comunicati del 21 ottobre e 20 novembre 2022, e a seguito dell’acquisizione degli atti del fascicolo penale (a seguito della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari il 24 ottobre 2022), gli organi sociali di Juventus hanno proseguito il processo di rigorosa e scrupolosa valutazione di tutte le contestazioni contabili rivolte con riguardo ai bilanci di Juventus (2019/2020 e 2020/2021 e, a cascata, 2021/2022).
Sulla base di un solido set di pareri di primari professionisti legali e contabili, il board di Juventus è pervenuto, con compattezza, alla conclusione unanime da parte dei nove consiglieri in carica alla data del 28 novembre 2022, che:
Nella convinzione di aver operato sempre correttamente, Juventus FC intende far valere le proprie ragioni e difendere i propri interessi, societari, economici e sportivi, in tutte le sedi.