Nel pomeriggio di sabato 14 aprile, presso l’Aula Magna di Palazzo Negroni, la Fondazione per il Centro Studi “Città di Orvieto” ha presentato alle istituzioni locali ed ai cittadini il Consiglio Scientifico ed il programma delle attività elaborato dall’organo statutario deputato a supportare con funzioni di alta consulenza l’attività dell’ente culturale e formativo.
Prima di presentare i componenti il Consiglio Scientifico, il presidente Matteo Tonelli ha posto in evidenza come il Consiglio di Amministrazione del CSCO ha provveduto alla nomina dell’organo consultivo previsto dallo statuto solo al termine della fase di risanamento e consolidamento della struttura della Fondazione, con il preciso intento di rendere effettivamente efficace il supporto scientifico in un contesto ormai risanato ed in grado di programmare attività formative di rilievo, com’è oggi il Centro Studi.
Il presidente ha poi evidenziato quali sono state le linee guida seguite dal CdA nella nomina del Consiglio Scientifico, ed in particolare la scelta di giovani ricercatori e professionisti che rappresentano energie fresche e dinamiche, risorse professionali espressione del territorio ed infine con competenze diverse e complementari fra loro, in grado di supportare il Centro Studi con un ampio spettro di conoscenze, esprimendo in questo senso la certezza che questo consentirà di mettere a fattore comune e far interagire fra loro tutte le diverse attività che sono in cantiere.
Il presidente ha concluso complimentandosi con i componenti del Consiglio Scientifico per l’ottimo lavoro e la passione con la quale si sono avvicinati a questa esperienza, condividendo per questo risultato la soddisfazione di tutto il CdA, con l’auspicio, infine, di una sempre maggiore partecipazione e sostegno da parte della Città alla vita del Centro Studi.
Per l’Amministrazione Comunale è intervenuta l’Assessore all’Alta Formazione, Alessandra Cannistrà che ha affermato: “L’Amministrazione Comunale attribuisce particolare rilievo alla decisione di costituire un Consiglio Scientifico facendo ricorso a giovani ricercatori e professionisti. La presenza della Fondazione per il Centro Studi ‘Città di Orvieto’ è il segno del progetto che le Amministrazioni cittadine succedutesi negli anni hanno concepito per Orvieto. Le competenze attivate con il Consiglio Scientifico saranno preziose per rendere la Città partecipe e, allo stesso tempo, per portare i problemi, le criticità, ma anche le speranze e le prospettive all’interno di un’azione combinata che vede il Centro Studi coprotagonista del Progetto Orvieto. L’Amministrazione continuerà a seguire il Centro Studi e ad interagire con le proposte che saprà mettere in campo”.
Le attività ed i progetti del Dipartimento “Cultura della città e del territorio” – al quale afferiscono i consiglieri scientifici Paolo Binaco, Leonardo Paganelli, Vanessa Ubaldi e Giacomo Zuppanti – sono stati illustrati da Giacomo Zuppanti.
Dopo aver analizzato brevemente il significato delle tre parole chiave – Cultura, Città, Territorio – che delimitano e descrivono l’ambito di attività del dipartimento, inteso come area culturale omogenea, il portavoce ha delineato gli obiettivi del gruppo di lavoro: “individuare, sviluppare, concretizzare, coordinare e gestire progetti sostenibili atti alla salvaguardia, alla promozione, alla valorizzazione, alla fruizione ed all’accessibilità del patrimonio culturale, materiale ed immateriale, dell’area territoriale dell’Orvietano”.
“A tal proposito – ha sottolineato Zuppanti – rivestono particolare importanza quei progetti che guardano al rapporto fra patrimonio ed innovazione tecnologica, fra Cultural e Digital Heritage”.
“Il Dipartimento ‘Cultura del diritto e dell’economia’ – hanno affermato i componenti Riccardo Fanò Illic ed Elisa Fuschi – propone di circoscrivere le proprie attività alle cosiddette ‘strategie di sviluppo locale’ relative alle politiche di coesione e di integrazione socialecon una particolare attenzione ai fenomeni di ‘welfare comunitario’ ed ai processi di ‘governance territoriale'”.
In un ambito definito di “innovazione sociale”, “il Centro Studi è chiamato a giocare un importante ruolo: come ‘facilitatore’ dell’innovazione nel promuovere partnership allargate fra pubblico, privato e del terzo settore finalizzate alla sperimentazione di modelli di ‘secondo welfare’; per attrarre investimenti e risorse europee per il territorio e per i bisogni esistenti ed emergenti dei cittadini che lo abitano; come promotore di iniziative socialmente innovative che creano nuove relazioni sociali e collaborazioni”.
Per il Dipartimento “Cultura della comunicazione”, i componenti Domenico Lo Conte ed Alessandro Vergari hanno sottolineato il ruolo “strumentale” svolto ad oggi da questa area culturale nei confronti di tutte le altre aree culturali / dipartimenti che compongono il Consiglio Scientifico. “La cultura digitale, infatti, si è diffusa in maniera così pervasiva da essere considerata un fattore fondamentale nella ricerca, nella progettazione e nello sviluppo della gran parte delle soluzioni in tutti i campi coperti dalle attività del Centro Studi”.
“Comunicare – hanno proseguito – oggi più che mai significa utilizzare linguaggi diversi in base al canale sul quale si sta inviando il messaggio: web, social media, TV, carta stampata. Ogni canale ha le proprie regole di comunicazione ed un pubblico diverso. Per questo motivo è necessario avere competenze specifiche che permettano di adattare il messaggio al canale. Questo è uno degli obiettivi che si pone l’area culturale / dipartimento ‘Cultura della comunicazione’”.
L’ambito di ricerca e progettazione e le linee programmatiche in cui sta operando il Dipartimento “Cultura della salute” sono stati descritti da Elisa Marceddu e Giorgio Mancinelli.
La prima ha illustrato, in particolare, le finalità e le attività del CERSAL – Centro di Ricerca e formazione per la Salute unica e l’Alimentazione.
“La nuova convenzione del 2015 – ha affermato – definisce la Salute Unica (One Health), la Salute Globale (Global Health) e la Promozione della Salute (Health Promotion) quali paradigmi alla base delle attività promosse dal CERSAL, secondo le modalità di ricerca e formazione più innovative e scientificamente accreditate.
Le proposte formative e di ricerca che verranno promosse dal CERSAL riguardano il dibattito scientifico più attuale intorno alle disuguaglianze in salute ed ai determinanti di salute, alla medicina delle migrazioni ed alle sue implicazioni in un contesto globale, alle malattie neglette ed all’emergenza/riemergenza di nuove/vecchie malattie, alle zoonosi, ai cambiamenti climatici, alla salute ambientale, agli effetti dell’antropizzazione sulla salute e sugli ecosistemi, considerando anche i contatti con gli animali selvatici, alla salute alimentare, alla sovranità alimentare ed agli effetti della globalizzazione e del commercio mondiale”.
Da parte sua, Giorgio Mancinelli ha indicato quale obiettivo quello “di identificare criteri e buone pratiche di gestione da proporre a livello locale e regionale, oltre che di sviluppare proposte progettuali aventi ad oggetto la tutela della salute ed, in generale, la qualità della vita umana, tramite la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse dell’ambiente ed il controllo degli interventi antropici su queste. Con ciò, facendo rientrare la salvaguardia del territorio e dell’ambiente così come la promozione delle risorse naturalistiche a far parte di una prevenzione sanitaria efficace e di una cultura della salute avanzata”.
Elisa Marceddu ha illustrato, infine, anche l’ambito di lavoro del Dipartimento “relazioni internazionali”, soffermandosi sui programmi residenziali di studio in Orvieto delle Università Statunitensi che, a tal fine, hanno strutturato rapporti di convenzione con il Centro Studi ed evidenziando la fase di grande e costante espansione di questo settore di attività. “Da rilevare – ha sottolineato – la possibilità di sviluppo in una prospettiva interdisciplinare dell’offerta formativa rivolta agli studenti USA, grazie al lavoro del Consiglio Scientifico, l’aumento dei programmi di studio e dei partecipanti a tali programmi, l’affacciarsi di altre università straniere interessate alla realizzazione di percorsi di studio in Orvieto, in collaborazione con il Centro Studi”.