“I nostri primi due comunicati hanno avuto l'effetto di aggregare consensi, ma anche di suscitare critiche e perplessità”. Il gruppo di spoletini che si riunisce nella zona dell'Arco di Druso per discutere sullo sviluppo della città interviene di nuovo sul futuro del centro storico, dopo i numerosi commenti al loro precedente intervento, mostrando il proprio punto di vista attraverso una lettera.
“In un prossimo comunicato – spiegano – illustreremo il 'nostro' Piano per il Centro Storico, e una prima proposta per una concreta iniziativa che coinvolga TUTTI i commercianti e gli artigiani all'interno della cinta muraria medioevale, abbattendo così, in una realtà che, volenti o no, marcia verso la globalità, anacronistici campanilismi tra “borgo” e “corso”.
Ma prima, vogliamo fare alcune considerazioni di carattere generale.
Qualcuno ha detto “Niente di nuovo. Cose di cui si parla da decenni!” Altri hanno aggiunto “Siate più realisti. State coi piedi per terra!”. Ed altri infine hanno chiamato in causa Associazioni ed Istituzioni invocando proclamati, ma di fatto inesistenti “Piani per il Commercio e/o per il Turismo”.
Diciamo che le polemiche non ci interessano e vogliamo piuttosto enfatizzare un atteggiamento positivo e propositivo. Non a caso ci siamo aggregati, per sostenerli, intorno ai progetti dei due stranieri di cui ormai tanto si parla qui a Spoleto: l'Olandese Allard Marx, una manager, uno stratega, un business man, e il Tedesco Matthias Quast, un professore di Storia dell'Arte, un intellettuale, una persona di cultura; entrambi con esperienze professionali di rispetto, consolidate in decenni di attività in Europa e nel mondo; portati qui dal caso, ma che, guarda caso, sono proprio le figure di cui Spoleto ha bisogno e che potrebbero fare da catalizzatori per quella che da più parti viene sbandierata come la soluzione di tutti i problemi: l'industria culturale!
L'attuazione congiunta e sinergica dei progetti proposti da questi due signori, che peraltro si sono conosciuti grazie a noi e reciprocamente si apprezzano, porterebbe in breve tempo a creare le condizioni di base per una significativa ripresa economica e culturale della nostra città e quindi per l'uscita da una situazione di crisi che, al momento, è già molto avanzata e forse vicina a un pericoloso punto di non ritorno.
Noi spoletini però non possiamo solo stare a guardare ed eventualmente criticare.
Sta passando un altro bel treno, di marca internazionale: cerchiamo di salirci sopra stavolta!
O altrimenti, facciamo una seria autocritica e chiediamoci come mai in tanti anni e decenni “la città che vive tutto l'anno” è rimasta solo uno slogan.
Il Centro Storico di una Città, come già detto, è il cuore, o l'anima di una comunità, il nucleo di caratteristiche e valori identificativi. Occuparsene, significa occuparsi dell'intera Città e non solo di una parte di essa; in altre parole non può esistere opposizione o antagonismo tra Centro e periferia, ma una relazione di reciproco e vantaggioso interscambio. Questo per dire che il dibattito sul Centro Storico e il suo futuro dovrebbe innanzi tutto interessare e appassionare qualsiasi spoletino, ovunque residente e in qualsiasi modo occupato, fino alle frazioni più lontane. Noi crediamo infatti che, se rivalutato, potrebbe offrire numerose opportunità di lavoro per tanti e una nuova complessiva piacevolezza del vivere, al punto da renderlo di nuovo “appetibile” e quindi fermare e poi invertire l'attuale tendenza allo spopolamento da un lato, alla musealizzazione dall'altro.
Bisogna però avere le idee molto chiare, e poi agire coerentemente di conseguenza, su quella che può e deve essere la vocazione di questa parte della città. Senza indecisioni e mezze misure, bisogna puntare senza perdere altro tempo al suo recupero complessivo e fruibilità nel segno della qualità, del buon gusto, della bellezza e della tradizione. Ma queste sono solo belle parole e tali resteranno se ad esse non seguiranno AZIONI, decise e ben coordinate.
Per questo apprezziamo tanto i progetti dei nostri amici stranieri, perché offrono, già sulla carta, la garanzia di una visione globale, completa e organica e puntano dritti al risultato con quella buona dose di pragmatismo anglosassone da cui questo Paese ha tutto da guadagnare a seguirne una volta tanto l'esempio. Usciamo però dal nostro immobilismo, rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a remare tutti nella stessa direzione per giungere a risultati che saranno vantaggiosi, soprattutto, per chi a Spoleto vuole continuare a vivere e a lavorare.
Una semplice ricetta, dopo tutto, in quattro semplici parole:
CREDERE che sia possibile.
UNIRE le forze.
AGGREGARE risorse e fondi.
AGIRE coerentemente.”