Rivedere l’accordo quadro sottoscritto dalla precedente amministrazione regionale con Enel, riguardante il progetto Futur-e promosso per la centrale di Bastardo; difendere i livelli occupazionali di Enel in Umbria e scongiurare qualsiasi ipotesi di esuberi; varare un piano energetico regionale all’altezza delle incalzanti sfide climatiche e ambientali.
Sono questi i punti fondamentali che i sindacati, Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, insieme alle rispettive categorie, Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, pongono all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Michele Fioroni, che il 16 dicembre ha incontrato i rappresentanti di Enel senza coinvolgere le organizzazioni sindacali.
I sindacati hanno ricevuto un mese fa comunicazione ufficiale dall’Enel sulla chiusura della centrale Bastardo a fine anno, con la permanenza solo un piccolo presidio di 5-6 persone per la messa in sicurezza dell’impianto, che sarà scollegato dalla rete elettrica nazionale. In questa situazione, secondo le organizzazioni sindacali, “dare seguito al progetto Futur-e promosso da Enel, significherebbe di fatto accompagnare il sito industriale della Centrale di Bastardo alla vendita, per realizzare (forse) progetti ad oggi ancora non definiti e sicuramente privi della capacità finanziaria necessaria per la riconversione del sito”.
Al contrario, i sindacati chiedono con forza di “approfondire tutte le ipotesi di trasformazione possibili per la centrale di Bastardo, mettendo al centro il binomio sviluppo-occupazione, sventando qualsiasi ipotesi di dismissione e vendita della centrale“.
Per quanto riguarda invece la centrale di Pietrafitta, dove nell’ultimo periodo il personale è entrato in stato di agitazione per chiedere investimenti e garanzie sull’occupazione, i sindacati considerano insufficienti i 15 milioni di euro previsti da Enel per l’ammodernamento del sito e chiedono, invece, che siano bonificate e sfruttate tutte le aree di proprietà Enel sia a Pietrafitta che a Bastardo, per creare sviluppo ed occupazione anche in settori innovativi come quello della mobilità elettrica.
“Enel dopo oltre 50 anni di permanenza sul territorio – scrivono ancora i sindacati – non può andarsene a costo zero né indebolire i presidi esistenti, ma deve creare occupazione di qualità e valorizzare le sue risorse, come già fatto per altri siti di sua proprietà. La perdita di Enel a Gualdo Cattaneo – concludono i sindacati – segnerebbe l’ennesima sconfitta per chi amministra quei territori ed anche per la Regione dell’Umbria, che resta incatenata alla crisi, con una disoccupazione record, con i consumi in calo e con tante vertenze di lavoro aperte”.